Libia, gli italiani lasciano Tripoli. Chiusa l'ambasciata

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Avviato il piano di rimpatrio a causa dell'avanzata jihadista. Gentiloni riferirà al Parlamento giovedì. Berlusconi: sì ad azione militare. Minacciata motovedetta italiana che soccorreva barconi di migranti verso le coste siciliane

E' scattato in Libia il piano di rimpatrio degli italiani. L'avanzata verso ovest dei miliziani dell'Isis, che controllano buona parte degli obiettivi strategici del Paese, ha spinto la Farnesina ad avviare l'espatrio dei nostri connazionali. Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, che giovedì riferirà in Parlamento sugli sviluppi della crisi, ha inoltre disposto la chiusura dell'ambasciata a Tripoli.

Gentiloni riferirà in Parlamento - Nelle ore scorse, il radiogiornale dello Stato islamico diffuso dall'Iraq aveva definito il titolare della Farnesina "ministro degli Esteri dell'Italia crociata", dopo che dai microfoni di Sky TG24 lo stesso Gentiloni aveva annunciato: "Nel quadro della legalità internazionali possiamo anche intervenire". Il dibattito politico intanto prosegue. Se da una parte il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta definisce "irresponsabile" il governo italiano, e il suo collega di Sel apre a un'azione Onu nella regione, il leader Silvio Berlusconi dice sì ad un'azione militare: "Accogliamo con favore l'intento dell'esecutivo di non abdicare alle responsabilità che ci derivano dal ruolo che il nostro paese deve avere nel Mediterraneo e nella difesa del nostro continente, della sua civiltà e dei suoi valori di libertà, oggi minacciati".

Piano di rimpatrio degli italiani - Gli italiani che in queste ore stanno lasciando Tripoli viaggiano a bordo di una nave scortata anche da mezzi dell'aviazione arriveranno in Sicilia nelle prossime ore, facendo scalo, secondo quanto riferito dai quotidiani locali, a Malta.

Il nodo Libia - Si tratta di una operazione "preannunciata", ha fatto sapere la Farnesina, ricordando che già dal primo febbraio scorso il sito viaggiaresicuri.it aveva ribadito l'invito ai connazionali a non recarsi in Libia o a lasciare il Paese. L'avviso era stato pubblicato dopo l'attacco terrorista del 27 gennaio all'Hotel Corinthia di Tripoli, in cui erano rimaste uccise numerose persone, inclusi sei stranieri.
Il quadro della sicurezza in Libia si è profondamente deteriorato negli ultimi mesi. In particolare la Cirenaica, dove imperversano i jihadisti, che hanno istituito il "Califfato di Derna" e che ora puntano progressivamente verso l'ovest del Paese, dopo aver preso anche Sirte, a 400 km dalla capitale Tripoli.

Dieci barconi in viaggio verso l'Italia - E nel frattempo dalle coste libiche proseguono i viaggi della speranza di centinaia di migranti: una decina di barconi sono stati avvistati nelle ore scorse a 100 miglia a sud di Lampedusa.

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