Il giornalista Usa Luke Somers e un insegnante sudafricano, Pierre Korkie, sono stati assassinati durante un blitz per tentare di liberarli. Il 4 dicembre era stato diffuso un video in cui miliziani minacciavano di uccidere il reporter
Luke Somers, American Hostage, Is Killed During Rescue Attempt in Yemen, U.S. Official Says http://t.co/vtz9OLjsO9
— The New York Times (@nytimes) 6 Dicembre 2014
Obama condanna "barbaro assassinio ostaggio Usa"- "Barbaro assassinio". Queste le parole di condanna usate da Barack Obama, che in un comunicato stampa spiega: "All'inizio della settimana un video dei terroristi annunciava che Luke Somers sarebbe stato ucciso nel giro di 72 ore e altre indicazioni davano la sua vita in imminente pericolo". "Basandomi su queste informazioni ho autorizzato ieri un'operazione di salvataggio".
L'appello dei genitori - Nel filmato diffuso dai terroristi il 4 dicembre, infatti, i miliziani minacciavano di uccidere il giornalista: "La mia vita è in pericolo" affermava invece Somers. E immediata era stata la risposta della famiglia che aveva filmato un appello diretto ai rapitori: "Abbiamo notato che avete avuto buona cura di Luke e lui sembra essere in buona salute. Vi ringraziamo per questo" erano state le parole della madre, che chiedeva ai miliziani di "mostrare pietà" e concludeva dicendo: "Permetteteci di vederlo ancora. Lui è tutto ciò che abbiamo".
L'ostaggio del Sudafrica doveva essere liberato domani - A quanto si apprende, invece, l'ostaggio sudafricano Pierre Korkie, avrebbe dovuto essere liberato domani (7 dicembre 2014, ndr). Lo sostiene l'organizzazione non governativa Gift of Givers, per cui Korkie lavorava, che aveva aperto una trattativa per il suo rilascio. L'uomo era stato rapito nel maggio 2013 assieme alla moglie Yolande, che era stata poi rilasciata e aveva fatto ritorno in Sudafrica in gennaio.