Bergoglio, al Patriarcato ecumenico di Istanbul, tende la mano agli ortodossi: “Ritrovare unità non è sottomissione”. E sottolinea: “La Chiesa cattolica non vuole imporre nulla. L’unica cosa che desidera è ristabilire la piena comunione”
"Nel mondo, ci sono troppe donne e troppi uomini che soffrono per grave malnutrizione, per la crescente disoccupazione, per l'alta percentuale di giovani senza lavoro e per l'aumento dell'esclusione sociale, che può indurre ad attività criminali e perfino al reclutamento di terroristi". Lo ha detto il Papa al Patriarcato ecumenico di Istanbul, dove partecipa alle celebrazioni per la festa di Sant'Andrea, patrono della Chiesa ortodossa di Costantinopoli. Celebrazioni in cui ha sottolineato l’importanza di “ristabilire la piena comunione" tra cattolici e ortodossi, che "non significa ne' sottomissione l'uno dell'altro, ne' assorbimento, ma piuttosto accoglienza di tutti i doni che Dio ha dato a ciascuno per manifestare al mondo intero il grande mistero della salvezza".
Papa a ortodossi: “Per unità non vogliamo imporre nulla” - "Voglio assicurare a ciascuno di voi che, per giungere alla meta sospirata della piena unità, la Chiesa cattolica non intende imporre alcuna esigenza, se non quella della professione della fede comune" ha continuato Papa Francesco durante la "divina liturgia" per la festa di Sant'Andrea al Patriarcato ortodosso di Istanbul. "Siamo pronti a cercare insieme alla luce dell'insegnamento della Scrittura e dell'esperienza del primo millennio, le modalità con le quali garantire la necessaria unità della Chiesa nelle attuali circostanze. L'unica cosa che la Chiesa cattolica desidera e che io ricerco come Vescovo di Roma, 'la Chiesa che presiede nella carità", è la comunione con le Chiese ortodosse".
“Sentire voce poveri, vittime guerre, giovani” - Papa Francesco ha chiesto poi agli ortodossi di ascoltare insieme con i cattolici le voci dei poveri, delle vittime delle guerre, dei giovani. "Nel mondo di oggi si levano con forza voci che non possiamo non sentire e che domandano alle nostre Chiese di vivere fino in fondo l'essere discepoli del Signore Gesù Cristo", ha detto durante la "divina liturgia" nella chiesa patriarcale di San Giorgio per la festa del patrono Sant'Andrea. E ancora: “Come cristiani siamo chiamati a sconfiggere insieme quella globalizzazione dell'indifferenza che oggi sembra avere la supremazia e a costruire una nuova civiltà dell'amore e della solidarietà”.
Papa a ortodossi: “Per unità non vogliamo imporre nulla” - "Voglio assicurare a ciascuno di voi che, per giungere alla meta sospirata della piena unità, la Chiesa cattolica non intende imporre alcuna esigenza, se non quella della professione della fede comune" ha continuato Papa Francesco durante la "divina liturgia" per la festa di Sant'Andrea al Patriarcato ortodosso di Istanbul. "Siamo pronti a cercare insieme alla luce dell'insegnamento della Scrittura e dell'esperienza del primo millennio, le modalità con le quali garantire la necessaria unità della Chiesa nelle attuali circostanze. L'unica cosa che la Chiesa cattolica desidera e che io ricerco come Vescovo di Roma, 'la Chiesa che presiede nella carità", è la comunione con le Chiese ortodosse".
“Sentire voce poveri, vittime guerre, giovani” - Papa Francesco ha chiesto poi agli ortodossi di ascoltare insieme con i cattolici le voci dei poveri, delle vittime delle guerre, dei giovani. "Nel mondo di oggi si levano con forza voci che non possiamo non sentire e che domandano alle nostre Chiese di vivere fino in fondo l'essere discepoli del Signore Gesù Cristo", ha detto durante la "divina liturgia" nella chiesa patriarcale di San Giorgio per la festa del patrono Sant'Andrea. E ancora: “Come cristiani siamo chiamati a sconfiggere insieme quella globalizzazione dell'indifferenza che oggi sembra avere la supremazia e a costruire una nuova civiltà dell'amore e della solidarietà”.