Ucraina, trionfo annunciato dei separatisti nel sud est

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I risultati delle consultazioni nelle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk. Per Mosca il voto è valido. Kiev lo definisce "una farsa". Il nuovo responsabile della diplomazia europea Federica Mogherini: "Illegale"

Trionfo annunciato per i leader separatisti nel sud-est dell'Ucraina. Le autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk hanno votato oggi per eleggere i loro presidenti e i loro parlamentari con una chiara sfida al governo di Kiev che ha subito trovato il sostegno del Cremlino (TUTTI I VIDEO - LE FOTO - LO SPECIALE).

Mosca: “Elezioni valide” - Poco dopo la chiusura dei seggi, ignorando i duri moniti giunti da Kiev e dai suoi alleati occidentali, il ministero degli Esteri russo ha annunciato di ritenere valide le elezioni dei ribelli e di rispettare "la volontà espressa dai cittadini del sud-est" sottolineando l'alta affluenza alle urne: una dichiarazione che rischia di minare pericolosamente il già difficile processo di pace lanciato a settembre.

Kiev: “Una farsa” - Il governo ucraino - che oggi ha denunciato l'arrivo di nuove colonne militari dalla Russia - non ha infatti alcuna intenzione di perdere un'altra fetta di territorio dopo l'annessione della Crimea da parte di Mosca a marzo, e il presidente Petro Poroshenko ha promesso una risposta "adeguata" a queste elezioni che - ha tuonato - non sono che "una farsa sotto la minaccia dei carri armati". Come primo passo le autorità ucraine hanno lanciato un'inchiesta contro gli organizzatori del voto separatista, accusandoli di voler "cambiare l'ordine costituzionale" e "prendere il potere".

Mogherini: “Voto illegale” - A una settimana dalle legislative che hanno visto trionfare in Ucraina i partiti filo-occidentali, i filorussi del sud-est sono andati alle urne con l'obiettivo dichiarato di legittimare il loro potere sui territori che occupano militarmente nelle regioni di Donetsk e Lugansk. Ma secondo il nuovo responsabile della diplomazia dell'Ue, Federica Mogherini, le elezioni separatiste sono "illegali" e rappresentano "un nuovo ostacolo" sulla via di una soluzione pacifica del conflitto. Le elezioni nelle repubbliche separatiste hanno infatti dato vita a un nuovo aspro braccio di ferro tra Mosca e Occidente, proprio mentre la tensione tra Ucraina e Russia torna alle stelle e si intensificano i combattimenti nel sud-est in cui, secondo l'Onu, in sei mesi sono morte piu' di 4.000 persone, tra cui molti civili.

I risultati - Per quanto riguarda i risultati delle elezioni, nell'autoproclamata repubblica di Donetsk ha stravinto come ci si aspettava il leader dei ribelli: il premier Aleksandr Zakharcenko, secondo un exit poll, è stato eletto presidente raccogliendo addirittura l'81,37% delle preferenze e ha trionfato anche in parlamento con il suo partito "Repubblica di Donetsk" che, secondo la stessa fonte, avrebbe ricevuto il 65,11% dei voti. L'Ucraina "non vuole la pace" e "fa il doppio gioco", e' stata la prima dichiarazione a caldo di Zakhartchenko. Anche nell'altra repubblica separatista, quella di Lugansk, è scontata la vittoria del leader locale dei ribelli: Igor Plotnitski, un ex militare nostalgico dell'epoca sovietica. A non essere chiaro - visto che più di 930mila persone hanno dovuto lasciare le loro case - è invece il numero degli elettori. Inoltre, secondo alcune fonti, le autorità filorusse hanno impedito la registrazione di alcuni partiti che avrebbero potuto in teoria fare concorrenza ai due capi separatisti che si apprestano a salire sulle poltrone piu' importanti delle loro autoproclamate repubbliche.

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