Burundi, arrestato il presunto assassino delle suore
MondoLe forze dell'ordine del Paese africano: "Il sospettato è nelle nostre mani ed ha confessato". L'uomo avrebbe agito da solo. Le religiose saranno seppellite nel cimitero saveriano di Bukavu, nell'est della Repubblica Democratica del Congo
Svolta nelle indagini sul brutale omicidio in Burundi delle tre suore italiane. La polizia locale ha arrestato un uomo di 33 anni, Christian Butoyi, che ha ammesso di essere l'autore del massacro. "Ha confessato senza alcun pentimento di aver stuprato e ucciso le suore", ha annunciato il colonnello Helmegilde Harimenshi, "ha detto di aver commesso il crimine perché, dopo aver fatto alcune indagini, ha realizzato che la parrocchia fu costruita su un terreno che apparteneva ai suoi genitori". Si fa sempre più strada l'ipotesi che l'uomo abbia agito senza un vero movente e spinto da un attcco di follia. La polizia ha reso noto che sarà sottoposto a un esame psichiatrico per valutarne condizioni mentali.
Quando è stato arrestato aveva ancora le chiavi del convento - Secondo gli investigatori, l'assassino delle missionarie saveriane ha agito da solo: dopo aver ucciso le prime due suore, Olga Raschietti e Lucia Pulici, domenica pomeriggio, ha rubato le chiavi del convento e il cellulare di una delle sorelle. Poi è tornato all'alba per massacrare anche suor Bernadetta Boggian, poi decapitata. Quando è stato arrestato, l'omicida aveva ancora con sé una chiave del convento, una pietra sporca di sangue e il cellulare di una delle vittime. Prima di arrivare all'uomo, la polizia aveva fermato altre tre persone, guardiani dipendenti della parrocchia cattolica Guido Maria Conforti, collegata al convento di Kamenge.
Le religiose saranno seppelite in Burundi - Suor Lucia Pulici, suor Olga Raschietti e suor Bernardetta Boggian, saranno sepolte nel cimitero saveriano di Bukavu, nell'est della Repubblica Democratica del Congo, dove giovedì ci sarà la Messa in cattedrale. A Luvungi, dove le suore hanno trascorso parte della loro missione, ci sarà una lunga veglia notturna. "Non ci sarà il rimpatrio delle salme per volontà espressa dalle nostre sorelle missionarie e perché la gente, che hanno amato e servito, desidera che rimangano con loro", ha dichiarato all'agenzia vaticana Fides suor Delia Guadagnini, ex superiora regionale delle missionarie saveriane per la Repubblica Democratica del Congo e il Burundi. "Tutte e tre avevano seri problemi di salute, ma, quasi puntando i piedi, avevano chiesto di poter tornare in Burundi e dare la vita fino alla fine. Erano tornate accettando di svolgere piccoli servizi, perché le loro forze non consentivano loro compiti impegnativi", ha aggiunto.
Quando è stato arrestato aveva ancora le chiavi del convento - Secondo gli investigatori, l'assassino delle missionarie saveriane ha agito da solo: dopo aver ucciso le prime due suore, Olga Raschietti e Lucia Pulici, domenica pomeriggio, ha rubato le chiavi del convento e il cellulare di una delle sorelle. Poi è tornato all'alba per massacrare anche suor Bernadetta Boggian, poi decapitata. Quando è stato arrestato, l'omicida aveva ancora con sé una chiave del convento, una pietra sporca di sangue e il cellulare di una delle vittime. Prima di arrivare all'uomo, la polizia aveva fermato altre tre persone, guardiani dipendenti della parrocchia cattolica Guido Maria Conforti, collegata al convento di Kamenge.
Le religiose saranno seppelite in Burundi - Suor Lucia Pulici, suor Olga Raschietti e suor Bernardetta Boggian, saranno sepolte nel cimitero saveriano di Bukavu, nell'est della Repubblica Democratica del Congo, dove giovedì ci sarà la Messa in cattedrale. A Luvungi, dove le suore hanno trascorso parte della loro missione, ci sarà una lunga veglia notturna. "Non ci sarà il rimpatrio delle salme per volontà espressa dalle nostre sorelle missionarie e perché la gente, che hanno amato e servito, desidera che rimangano con loro", ha dichiarato all'agenzia vaticana Fides suor Delia Guadagnini, ex superiora regionale delle missionarie saveriane per la Repubblica Democratica del Congo e il Burundi. "Tutte e tre avevano seri problemi di salute, ma, quasi puntando i piedi, avevano chiesto di poter tornare in Burundi e dare la vita fino alla fine. Erano tornate accettando di svolgere piccoli servizi, perché le loro forze non consentivano loro compiti impegnativi", ha aggiunto.