Ucraina, telefonata Putin- Poroshenko: la tregua regge

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Nonostante alcuni allarmi, tiene il cessate il fuoco tra Kiev e i ribelli filorussi. I presidenti ucraino e russo si sono detti soddisfatti di come le parti stiano rispettando gli accordi. Ma il Cremlino avverte: reazioni in caso di nuove sanzioni Ue

Il cessate il fuoco sembra tenere sul terreno, ma il braccio di ferro fra Mosca e Occidente è tutt'altro che archiviato. Sono giorni cruciali nella delicatissima crisi ucraina (LO SPECIALE - LE FOTO - I VIDEO): una partita che nelle ultime ore si gioca sempre di più su due tavoli, quello militare e quello diplomatico.

Telefonata Putin- Poroshenko - Sul campo di battaglia regge la tregua scattata venerdì alle 18 locali, sancita dall'accordo di Minsk tra Kiev e i ribelli filo-russi. I presidenti ucraino Petro Poroshenko e russo Vladimir Putin hanno avuto un nuovo colloquio telefonico in cui si sono detti soddisfatti di come le parti in conflitto rispettino "globalmente" l'intesa. Un primo passo, ma comunque importante dopo un conflitto di 5 mesi che ha provocato 2.600 morti e oltre un milione di profughi.

Russia minaccia reazioni in caso di nuove sanzioni - Resta invece altissima la tensione diplomatica lungo la linea Bruxelles-Mosca, con il Cremlino che esplicitamente minaccia di reagire nel caso in cui l'Unione Europea dovesse confermare il nuovo pacchetto di sanzioni, già decise e la cui formalizzazione è attesa lunedì. “Se la nuova lista di sanzioni della Ue entra in vigore - avverte il ministero degli Esteri russo - ci sarà sicuramente una reazione da parte nostra”.

Tregua regge - Così, in questa lotta di nervi, gli occhi per ora sono puntati sul fronte, la martoriata zona dell'est russofono ucraino. La prima notte dopo l'accordo sembra essere trascorsa tranquilla. Solo in mattinata è rimbalzata qualche episodica accusa reciproca di violazione del cessate il fuoco: dapprima Vladimir Macovich, presidente del consiglio supremo dell'autoproclamata repubblica di Donetsk, ha denunciato che venerdì alle 21 locali ci sono stati ulteriori lanci di razzi alla periferia di Donetsk da parte delle forze di Kiev; poi il portavoce militare ucraino Andrei Lisenko ha replicato che dopo l'entrata in vigore della tregua erano stati sparati colpi contro alcune posizioni dei governativi. Ma, al di là delle dichiarazioni, finora sembrano attacchi trascurabili, nulla più che provocazioni isolate.

Sanzioni a Russia danneggiano anche paesi esportatori - È chiaro a tutti che se la situazione dovesse rimanere calma, se si registrasse una seppure precaria stabilizzazione, potrebbe alzare la voce chi, sottotraccia, si è opposto a misure economiche che comportano certamente gravi danni all'economia russa, ma anche ingenti costi ai Paesi esportatori. Il tema è delicato: non è un caso che il nuovo giro di vite messo a punto venerdì dall'organismo che riunisce gli ambasciatori dei 28 paesi dell'Ue, il Coreper, è frutto di una maratona negoziale di 48 ore durante la quale ci si è confrontati con le posizioni varate dalla Commissione, vagliando anche le virgole - raccontano fonti diplomatiche - nel tentativo di limitare i danni per le proprie economie. È noto, in effetti, che le ripercussioni delle misure restrittive già varate si stanno facendo sentire, gravemente appesantite anche dalle contromisure di Mosca su varie categorie di prodotti agroalimentari: a partire da un embargo per un valore stimato di oltre cinque miliardi di euro, di cui 200 milioni per l'Italia. Da qui le espressioni di scetticismo giunte dai paesi come Repubblica Ceca o Slovacchia. Attendendo di capire se la tregua verrà rispettata, nel mirino delle nuove sanzioni compaiono gli stessi settori già toccati il 31 luglio: il mercato dei capitali, la difesa, i beni a doppio uso civile e militare, le tecnologie sensibili. C'è, inoltre, una nuova lista di persone alle quali saranno congelati beni e bloccati visti: inclusi la nuova leadership di Donbass, il governo della Crimea e personalità russe.

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