Iraq, per Foley l'Isis aveva chiesto riscatto da 100 milioni

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James Foley

I jihadisti avrebbero avanzato la richiesta con una mail inviata ai genitori del reporter, ma la Casa Bianca si sarebbe rifiutata di pagare. Intanto è caccia al leader della cellula britannica. E cresce la paura per le due italiane rapite in Siria

"L'Isis è un cancro da estirpare", ha detto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. E la comunità internazionale si coalizza contro lo Stato islamico man mano che emergono le notizie di terrore e morte seminati in questi anni in Siria e in Iraq. Tra queste l'uccisione del reporter americano James Foley. Immagini che Sky TG24 ha scelto di non trasmettere in segno di rispetto per la vittima e per "non mostrare il fianco ad una forma disumana e terribile di propaganda del terrore".

Guardian: a Raqqa anche due italiane - E se gli Stati Uniti piangono la morte di James Foley, decapitato dai miliziani del Califfato, l'Italia teme per la sorte di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. E' il Guardian a riportare, senza citarne i nomi, che "due donne italiane, una danese e una giapponese catturate alla periferia di Aleppo di recente" sono nelle mani dei jihadisti. Dopo il rapimento le donne sono state trasferite a Raqqa, roccaforte dell'Isis nel nord della Siria (dove nel luglio del 2013 venne rapito il gesuita Paolo Dall'Oglio e del quale non si hanno ancora notizie). "L'angoscia cresce, speriamo che tutto si risolva al più presto", ha detto Salvatore Marzullo, il padre di una delle due ragazze rapite.

Isis voleva 100 milioni - Intanto dagli Usa si viene a sapere che l'Isis aveva chiesto tramite una mail ai genitori di Foley un riscatto da 100 milioni di euro, che l'amministrazione americana si sarebbe rifiutata di pagare (il Global Post, testata di Foley, col permesso della famiglia, ha pubblicato sul sito il sito della mail). Dagli Usa, fanno inoltre sapere che all'inizio dell'estate, avevano tentato di liberare James Foley e altri ostaggi che si trovavano con il reporter.

Killer Foley guida jihadisti Uk chiamati "Beatles" - Le diplomazie britanniche e americane sono ora al lavoro per cercare di neutralizzare la cellula del terrore che minaccia l'occidente. E una pista porterebbe al Regno Unito. L'accento britannico del boia di Foley tradirebbe infatti le sue origini. Si farebbe chiamare John - un soprannome forse, come quelli dei presunti compagni, Paul e Ringo, detti "i Beatles"- che costituirebbero una cellula di britannici carcerieri di ostaggi stranieri in Siria. Non si esclude infatti che sia uno dei tanti giovani partiti dal Regno Unito per combattere in Siria e Iraq poi finito a lavorare per l'Isis.

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