Uno studio americano ha analizzato l’impatto benefico del verde sulla vita della popolazione usando modelli matematici: 850 vite salvate all’anno, 600mila attacchi respiratori in meno, un risparmio sui costi di salute di circa 7 miliardi di dollari
di Eva Perasso
Il verde urbano fa bene: gli alberi tra le case permettono di creare polmoni verdi che contribuiscono a far respirare meglio gli abitanti e sono piccole oasi di pace e tranquillità in mezzo al traffico, spezzando la coltre di smog che spesso ricopre le aree più congestionate. Ma se tutti sono concordi nel dire che il verde sia un elemento positivo nelle grandi città, per l'ambiente e per la salute, ora è anche possibile stimare quanto davvero faccia bene non solo all'uomo e alla terra, ma anche all'economia. Almeno negli Stati Uniti, dove l'ultimo studio della Usda, United States Department of Agriculture, il ministero dell'Agricoltura dunque, ha analizzato l'impatto di alberi e foreste sulla qualità dell'aria e sulla salute della popolazione.
Il verde che fa bene alle città - Negli Stati Uniti, e nello specifico nelle sue aree abitate, si contano secondo il ministero 56 milioni di ettari di verde, bene inseriti nei paesaggi di città grandi e di cittadine e villaggi. Grazie alla loro presenza, i calcoli matematici presentati nello studio americano dichiarano che in un solo anno hanno contribuito a eliminare 17,4 milioni di tonnellate di inquinamento dell'aria. E proprio le aree più densamente popolate ringraziano maggiormente per questa “pulizia”, poiché il filtraggio garantito dal verde è più sentito laddove la concentrazione di monossido di carbonio nell'atmosfera è più elevata.
Vite salvate e attacchi di asma evitati - Se è impossibile valutare i benefici psicologici di una passeggiata nel parco sotto casa, la ricerca ha però stimato quante persone sono state curate naturalmente proprio dagli appezzamenti di natura nei conglomerati urbani: 850. Tante vite sarebbero state salvate ogni anno grazie alla presenza di alberi. Nello stesso tempo il numero di persone affette da problemi respiratori cronici o gravi sarebbe sceso, così come il numero totale di attacchi allergici: meno 670mila casi registrati dagli ospedali in soli 12 mesi.
Il risparmio economico – Tutto questo significa che anche l'economia americana ne ha beneficiato: i costi per la salute dei suoi abitanti infatti sono scesi anche per merito della presenza di alberi in città. Lo studio del ministero dell'Agricoltura ha calcolato un risparmio in denaro di 6,8 miliardi di dollari in un anno nelle spese in salute, pari a quasi 5,1 miliardi di euro.
L'idea indiana: alberi lungo le autostrade - Nonostante i risparmi, ancora questo non basta a far fare un salto di la qualità all'aria delle città: gli alberi presenti, se migliorano molto la vita nelle campagne, contribuiscono solo all'1 per cento dell'abbattimento dello smog nei centri ad alta densità di popolazione. Ecco perché gli Usa potrebbero guardare all'esempio indiano per trarne ispirazione: nel subcontinente asiatico infatti verranno piantati 2 miliardi di alberi lungo le autostrade per assorbire l'inquinamento dato dai mezzi di trasporto che le percorrono.
Il verde urbano fa bene: gli alberi tra le case permettono di creare polmoni verdi che contribuiscono a far respirare meglio gli abitanti e sono piccole oasi di pace e tranquillità in mezzo al traffico, spezzando la coltre di smog che spesso ricopre le aree più congestionate. Ma se tutti sono concordi nel dire che il verde sia un elemento positivo nelle grandi città, per l'ambiente e per la salute, ora è anche possibile stimare quanto davvero faccia bene non solo all'uomo e alla terra, ma anche all'economia. Almeno negli Stati Uniti, dove l'ultimo studio della Usda, United States Department of Agriculture, il ministero dell'Agricoltura dunque, ha analizzato l'impatto di alberi e foreste sulla qualità dell'aria e sulla salute della popolazione.
Il verde che fa bene alle città - Negli Stati Uniti, e nello specifico nelle sue aree abitate, si contano secondo il ministero 56 milioni di ettari di verde, bene inseriti nei paesaggi di città grandi e di cittadine e villaggi. Grazie alla loro presenza, i calcoli matematici presentati nello studio americano dichiarano che in un solo anno hanno contribuito a eliminare 17,4 milioni di tonnellate di inquinamento dell'aria. E proprio le aree più densamente popolate ringraziano maggiormente per questa “pulizia”, poiché il filtraggio garantito dal verde è più sentito laddove la concentrazione di monossido di carbonio nell'atmosfera è più elevata.
Vite salvate e attacchi di asma evitati - Se è impossibile valutare i benefici psicologici di una passeggiata nel parco sotto casa, la ricerca ha però stimato quante persone sono state curate naturalmente proprio dagli appezzamenti di natura nei conglomerati urbani: 850. Tante vite sarebbero state salvate ogni anno grazie alla presenza di alberi. Nello stesso tempo il numero di persone affette da problemi respiratori cronici o gravi sarebbe sceso, così come il numero totale di attacchi allergici: meno 670mila casi registrati dagli ospedali in soli 12 mesi.
Il risparmio economico – Tutto questo significa che anche l'economia americana ne ha beneficiato: i costi per la salute dei suoi abitanti infatti sono scesi anche per merito della presenza di alberi in città. Lo studio del ministero dell'Agricoltura ha calcolato un risparmio in denaro di 6,8 miliardi di dollari in un anno nelle spese in salute, pari a quasi 5,1 miliardi di euro.
L'idea indiana: alberi lungo le autostrade - Nonostante i risparmi, ancora questo non basta a far fare un salto di la qualità all'aria delle città: gli alberi presenti, se migliorano molto la vita nelle campagne, contribuiscono solo all'1 per cento dell'abbattimento dello smog nei centri ad alta densità di popolazione. Ecco perché gli Usa potrebbero guardare all'esempio indiano per trarne ispirazione: nel subcontinente asiatico infatti verranno piantati 2 miliardi di alberi lungo le autostrade per assorbire l'inquinamento dato dai mezzi di trasporto che le percorrono.