Il presidente Usa condanna duramente l'uccisione del reporter americano: "Per questi terroristi non c'è posto nel 21esimo secolo". Il pentagono studia invio limitato di truppe in più. E da Londra crescono i sospetti che l'assassino sia britannico
Il Pentagono starebbe studiando un piano per l'invio di "un piccolo numero di truppe addizionali" in Iraq. Un'indiscrezione che arriva mentre Barack Obama condanna duramente l'uccisione del reporter James Foley da parte degli jihadisti: "Il mondo intero è sconvolto", ha detto spiegando che gli Usa continueranno "a fare quello che devono per proteggere la propria gente". Per Obama "i miliziani dell'Isis dichiarano la loro ambizione di commettere un genocidio contro un antico popolo. Gente così fallirà, perché il futuro è sempre di coloro che costruiscono e non di coloro che distruggono: su una cosa possiamo essere tutti d'accordo, per l'Isis non c'è posto nel 21esimo secolo".
Il messaggio di Obama - La decapitazione del giornalista James Foley non rimarrà impunita. Lo Stato Islamico in Iraq e Levante ne pagherà le conseguenze. Sono questi gli altri punti del messaggio di Obama. “Quando viene fatto del male a degli americani, ovunque nel mondo, noi facciamo ciò che è necessario per far sì che venga fatta giustizia", ha affermato il presidente degli Stati Uniti, che ha così replicato alla sfida diretta che gli hanno lanciato gli jihadisti dell'Isis. Nel video della decapitazione di Foley, infatti, il boia che ha tagliato la gola al reporter afferma - rivolgendosi proprio al presidente americano - che si tratta di una risposta ai raid aerei lanciati due settimane fa dall'amministrazione Usa in Iraq. Nel filmato si vede anche il giornalista americano Steven Joel Sotloff, rapito in Siria, e il terrorista che dice: "La vita di questo cittadino Usa, Obama, dipende dalle tue prossime decisioni".
Video autentico - Dalla Casa Bianca, intanto, è arrivata la conferma che, secondo le analisi dell'intelligence, il video diffuso dai terroristi è autentico. Un video circolato sul web e che Twitter ha deciso di rimuovere. Sono arrivate anche le parole dei genitori del reporter ucciso: "Non siamo mai stati così orgogliosi di nostro figlio".
Boia forse britannico - Intanto appare "sempre più probabile" che la mano che ha ucciso Foley sia di un cittadino britannico. Lo ha detto il primo ministro David Cameron. "E' una cosa scioccante, ma sappiamo che fin troppi britannici sono andati in Siria e in Iraq coinvolti in atti di estremismo e violenza e quello che dobbiamo fare è incrementare gli sforzi per fermarli".
Il messaggio di Obama - La decapitazione del giornalista James Foley non rimarrà impunita. Lo Stato Islamico in Iraq e Levante ne pagherà le conseguenze. Sono questi gli altri punti del messaggio di Obama. “Quando viene fatto del male a degli americani, ovunque nel mondo, noi facciamo ciò che è necessario per far sì che venga fatta giustizia", ha affermato il presidente degli Stati Uniti, che ha così replicato alla sfida diretta che gli hanno lanciato gli jihadisti dell'Isis. Nel video della decapitazione di Foley, infatti, il boia che ha tagliato la gola al reporter afferma - rivolgendosi proprio al presidente americano - che si tratta di una risposta ai raid aerei lanciati due settimane fa dall'amministrazione Usa in Iraq. Nel filmato si vede anche il giornalista americano Steven Joel Sotloff, rapito in Siria, e il terrorista che dice: "La vita di questo cittadino Usa, Obama, dipende dalle tue prossime decisioni".
Video autentico - Dalla Casa Bianca, intanto, è arrivata la conferma che, secondo le analisi dell'intelligence, il video diffuso dai terroristi è autentico. Un video circolato sul web e che Twitter ha deciso di rimuovere. Sono arrivate anche le parole dei genitori del reporter ucciso: "Non siamo mai stati così orgogliosi di nostro figlio".
Boia forse britannico - Intanto appare "sempre più probabile" che la mano che ha ucciso Foley sia di un cittadino britannico. Lo ha detto il primo ministro David Cameron. "E' una cosa scioccante, ma sappiamo che fin troppi britannici sono andati in Siria e in Iraq coinvolti in atti di estremismo e violenza e quello che dobbiamo fare è incrementare gli sforzi per fermarli".