Boeing abbattuto, Kiev accusa i filorussi: "Occultano prove"

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(Getty)

L’ipotesi americana: "molto probabilmente" sono stati i ribelli a colpire l'aereo. Obama contro Putin: continua a sostenerli. I separatisti respingono responsabilità. Onu: "Inchiesta internazionale". Accordo per zona di sicurezza. Tra le vittime 80 bimbi

Sono i separatisti filorussi i principali indiziati per il disastro del Boeing malese abbattuto giovedì scorso, con 298 persone a bordo, sui cieli dell'Ucraina orientale da un missile terra-aria. Lo denunciano gli americani, sostenendo che il razzo è partito da un'area controllata dai filorussi, e confortati da intercettazioni telefoniche in cui gli stessi separatisti si attribuiscono la responsabilità dell'accaduto. Il governo ucraino, poi, accusa i ribelli di "cercare di distruggere, con il sostegno della Russia, le prove del loro crimine internazionale". Accuse respinte dal leader Aleksander Borodai: "Non abbiamo trovato le scatole nere". Ma secondo Kiev i filorussi starebbero impedendo agli ispettori Osce di raggiungere la zona e starebbero portando via alcuni cadaveri per eseguire l'autopsia e alcuni grossi resti dell'aereo. Accuse, anche queste, rispedite al mittente. La Russia, sotto assedio per il suo sostegno alla causa separatista, mantiene un profilo basso invocando la pace, mentre il Consiglio di sicurezza dell'Onu chiede un'inchiesta internazionale indipendente. Trovato, intanto, un accordo tra Kiev e i ribelli su una zona di sicurezza intorno al luogo del disastro per recuperare i cadaveri.

Le accuse americane ai filorussi - A due giorni dal disastro aereo sui cieli ucraini, costato la vita a 298 persone, tra cui 80 bambini, si stringe il cerchio intorno ai filorussi, che da mesi combattono una guerra civile contro Kiev nell'Ucraina orientale (LO SPECIALE). L'intelligence americana, in particolare, rileva che il velivolo della Malaysia Airlines è stato certamente abbattuto da un missile terra-aria lanciato dal territorio in mano ai separatisti, e “molto probabilmente” sono stati loro. Concetto ribadito dal presidente Barack Obama, che poi punta il dito contro la Russia. Pur sollecitando un'indagine internazionale "credibile" e "imparziale" e "senza dare retta alle speculazioni", Obama rileva come Mosca continui a sostenere i separatisti, fornendo loro armi pesanti e artiglieria antiaerea, e quindi chiede a Putin di "concordare con i filorussi un immediato cessate il fuoco", anche perché "la Russia finora non ha fatto nulla per imboccare la strada della pace" (IL VIDEO). Altrimenti, ammonisce Obama, le sanzioni aumenteranno (IL VIDEO).

Mosca attenua i toni - Da Mosca si registra un'attenuazione dei toni rispetto alle ore immediatamente successive all'accaduto. Il presidente russo Vladimir Putin, che aveva addossato la responsabilità a Kiev per aver ripreso le attività militari contro i ribelli, si limita ad auspicare un'indagine imparziale e oggettiva. Successivamente, il leader del Cremlino fa sapere di essere "in costante contatto" con il collega ucraino Poroshenko per trovare una "soluzione pacifica duratura" alla crisi tra Mosca e Kiev.

Le intercettazioni tra miliziani filorussi - Il disastro aereo finisce anche sul tavolo del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, che in una riunione d'emergenza sollecita "un'inchiesta internazionale completa e indipendente". A Palazzo di Vetro, tra l'altro, l'ambasciatore ucraino porta la “pistola fumante” che per Kiev inchioderebbe i filorussi: delle intercettazioni telefoniche tra miliziani di Donetsk e intelligence russa in cui i primi affermano di "aver buttato giù" un aereo civile (ASCOLTA). L'ambasciatore russo, da parte sua, accusa il governo ucraino di non aver chiuso lo spazio aereo sopra la zona degli scontri e chiede di non fare pressioni sull'inchiesta con "ipotesi e insinuazioni". Come prova di buona fede, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov fa sapere che Mosca non prenderà in consegna la scatola nera del velivolo, che si trova nelle mani dei separatisti e che dovrà essere analizzata dagli esperti internazionali.

Tregua dei filorussi - I leader dell'autoproclamata “Repubblica di Donetsk” respingono la richiesta di cessate il fuoco avanzata da Washington e Bruxelles, ma concedono una tregua di pochi giorni e l'ingresso agli ispettori dell'Osce nell'area del disastro. L'accordo è stato raggiunto su una zona di sicurezza di 20 chilometri intorno alla zona dove è caduto l'aereo. Sul luogo dell’impatto sperano di riuscire ad arrivare anche una sessantina di esperti malesi, tra cui due investigatori specialisti in catastrofi aeree.

“Corpi cadevano dal cielo” - Tornando alla tragedia dei cieli sul volo Mh17 Amsterdam-Kuala Lumpur, alcuni abitanti dei villaggi vicini alla zona dove il Boeing 777 è precipitato raccontano: "I corpi cadevano dal cielo". Altri riferiscono di aver trovato pezzi di fusoliera nei propri cortili. Sono state identificate, intanto, le nazionalità di tutte le vittime: 192 passeggeri olandesi, 44 malesi (inclusi 15 membri dell'equipaggio e due bebè), 27 australiani, 12 indonesiani (con un bebè), 10 britannici, 4 tedeschi, 4 belgi, 3 filippini, un canadese ed un neozelandese. Il presidente della International Aids Society, il premio Nobel francese Francoise Barre-Sinoussi, intanto, riferisce che sarebbero 6 e non un centinaio i ricercatori nel campo dell’Aids che hanno perso la vita a bordo dell’aereo.

Voci di saccheggi - Da Amsterdam, intanto, i parenti delle vittime olandesi sono in partenza per l'Ucraina. E i giornali locali, solitamente misurati, propongono titoloni a affetto da tabloid britannico come 'Terroristi!' o 'Assassini!', che rendono l'idea dell'ondata di forte emozione per il disastro che ha colpito principalmente i loro connazionali. Sdegno accentuato dalle denunce di saccheggi di gioielli e carte di credito che arrivano dalla zona dello schianto, con molti dei cadaveri in via di decomposizione ancora abbandonati nei campi dell'area controllata dai ribelli.

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