"I dirigenti cinesi mi vedono come un demone, vogliono che il Tibet scompaia" dice il leader spirituale tibetano. E, a proposito dei rapporti col governo di Pechino, aggiunge: "Al momento è impossibile un incontro". L'INTERVISTA
"I dirigenti cinesi mi vedono come un demone". E ancora: "Vogliono che il Tibet scompaia". Queste le parole del Dalai Lama che, intervistato da Sky TG24 (QUI IL VIDEO INTEGRALE), aggiunge: potrei essere l'ultimo.
Dalai Lama: potrei essere l'ultimo - "È possibile che io sia l’ultimo Dalai Lama - dice la guida spirituale tibetana, lontana dalla sua Terra da più di 50 anni - Dal 1969 ho detto che questa istituzione può continuare come no. Se la gente sentirà cheè una tradizione vecchia di secoli e non ha più importanza, allora non avrò un sostituto".
Sulla questione della sua successione il 14esimo Dalai Lama, Nobel per la Pace 1989, al secolo Tenzin Gyatso, è stato chiaro: "Alla fine deciderà la gente: penso ci sarà una specie di referendum. È una decisone difficile, tre anni fa c’è stato un incontro tra i leader tibetani e abbiamo deciso che quando la mia età sarebbe stata vicina ai novanta, avremmo fatto un altro meeting sull’istituzione e su come trovare un successore di questa istituzione. In questo momento ho 79 anni, quindi abbiamo circa dieci anni, poi decideremo".
"Dirigenti cinesi mi vedono come un demone" - A proposito del rapporto con la Cina, la guida spirituale ha invece affermato che "al momento è impossibile un incontro con il governo cinese, anche se siamo fermamente impegnati nel cercare non indipendenza, ma diritti che sono già nella costituzione cinese. I funzionari della linea dura stanno ancora pensando che sono una persona che crea problemi e mi vedono come un demone. Essi sperano che il Tibet scompaia, come cultura unica e come lingua, ma è molto difficile che il Tibet scompaia".
Dalai Lama: potrei essere l'ultimo - "È possibile che io sia l’ultimo Dalai Lama - dice la guida spirituale tibetana, lontana dalla sua Terra da più di 50 anni - Dal 1969 ho detto che questa istituzione può continuare come no. Se la gente sentirà cheè una tradizione vecchia di secoli e non ha più importanza, allora non avrò un sostituto".
Sulla questione della sua successione il 14esimo Dalai Lama, Nobel per la Pace 1989, al secolo Tenzin Gyatso, è stato chiaro: "Alla fine deciderà la gente: penso ci sarà una specie di referendum. È una decisone difficile, tre anni fa c’è stato un incontro tra i leader tibetani e abbiamo deciso che quando la mia età sarebbe stata vicina ai novanta, avremmo fatto un altro meeting sull’istituzione e su come trovare un successore di questa istituzione. In questo momento ho 79 anni, quindi abbiamo circa dieci anni, poi decideremo".
"Dirigenti cinesi mi vedono come un demone" - A proposito del rapporto con la Cina, la guida spirituale ha invece affermato che "al momento è impossibile un incontro con il governo cinese, anche se siamo fermamente impegnati nel cercare non indipendenza, ma diritti che sono già nella costituzione cinese. I funzionari della linea dura stanno ancora pensando che sono una persona che crea problemi e mi vedono come un demone. Essi sperano che il Tibet scompaia, come cultura unica e come lingua, ma è molto difficile che il Tibet scompaia".