Iraq, miliziani verso Baghdad. Obama: presto azioni militari

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Dilaga l'offensiva degli jihadisti dell'Isis, che puntano alla Capitale. Negli ultimi giorni 500mila profughi sono fuggiti da Mossul. Il Parlamento non vota lo stato d'emergenza per la mancanza del quorum. Gli Usa valutano se utilizzare i droni. VIDEO

I miliziani qaedisti dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isis) sono arrivati a meno di 100 chilometri da Baghdad e con la loro avanzata minacciano l'integrità territoriale irachena. Al punto che gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di utilizzare i droni in appoggio alle forze armate locali, apparse in grave difficoltà.

Obama: "Usa pronti a intervenire" - Gli Usa sono "pronti ad azioni militari quando sono minacciati gli interessi della sicurezza nazionale" del Paese. Lo ha detto il presidente Barack Obama a proposito della crisi irachena, spiegando che gli Usa "guardano a tutte le opzioni". In particolare, ha aggiunto il capo della Casa Bianca, "ci saranno a breve termine azioni militari da fare necessariamente in Iraq". Gli Usa, ha detto il presidente, "hanno interesse che i jihadisti non guadagnino terreno in Iraq".

L'offensiva qaedista minaccia l'unità dell'Iraq -  Intanto i curdi iracheni hanno recuperato con i loro guerrieri Peshmerga il controllo di Kirkuk, la ricca città petrolifera nel nord del Paese da dove le forze governative erano fuggite, di fronte ai ribelli sunniti. I curdi da tempo sognavano di conquistare Kirkuk, situata appena al di fuori dalla loro regione autonoma ma che considerano la loro capitale storica insieme alle sue enormi riserve di petrolio. Ora il rimescolamento provocato dalla fulminante avanzata qaedista rischia di ridisegnare i faticosi equilibri interni dell'Iraq, mettendone a repentaglio l'unita' territoriale.

Miliziani avanzano verso Baghdad - Dopo aver conquistato Mossul e Tikrit (VIDEO), rispettivamente il 10 e 11 giugno, gli jihadisti sono arrivati alle porte della capitale. Del resto, lo ha detto lo stesso portavoce dell'Isis, Abu Mohammed al Adnani al Shami, dai siti jihadisti: "La battaglia non è ancora finita, ma continua su Baghdad e Karbala".
Secondo fonti irachene, i miliziani sunniti già controllano parti del piccolo villaggio di Udhaim, 90km a nord di Baghdad; l'esercito ha lasciato le posizioni e si è ritirato nella
vicina Khalis. L'esercito iracheno, che bombarda con i caccia le zone controllate dai ribelli, pare per il momento incapace di frenare l'avanzata. Secondo alcune fonti avrebbe riconquistato il controllo di Tikrit, capitale della provincia di Salaheddin e città natale di Saddam Hussein, ma mancano conferme ufficiali.

Caos nella capitale - A Baghdad, il Parlamento allo sbando e in cui i partiti sunniti osteggiano il premier sciita, Nuri al-Maliki, non è riuscito votare sulla proclamazione dello stato d'emergenza richiesta dal governo, per mancanza del quorum.
L'Iran intanto promette che aiuterà l'Iraq a combattere il "terrorismo" e l'offensiva "selvaggia" dei miliziani qaedisti. Il presidente Hassan Rohani, non ha precisato però quale tipo di sostegno militare sarà fornito al governo iracheno, a cui è unito dalla comune matrice religiosa sciita. Anche Washington sta valutando se utilizzare i droni per attaccare i miliziani.       
Baghdad aveva già chiesto un mese fa in via riservata agli Usa di prendere in considerazione l'invio di droni contro i qaedisti. Ora l'avanzata jihadista riapre i giochi e
soprattutto evidenza come i conflitti in Iraq e Siria possano riscrivere tutta la mappa del Medio Oriente.

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