Poroshenko giura e sfida Putin: "Crimea resterà ucraina"

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Durante la cerimonia di insediamento, il neopresidente ucraino dice: "Ho messo in chiaro con il presidente della Federazione Russa che la regione resterà sotto la nostra sovranità". E sui rapporti con la Ue auspica "una firma per una piena membership"

Il neopresidente ucraino Petro Poroshenko si è impegnato dopo il giuramento a tenere unito il Paese, pur offrendo una decentralizzazione all'est russofono in rivolta. Ha inoltre rigettato "ogni compromesso" con la Russia sulla Crimea o sull'avvicinamento all'Ue di Kiev. "L'ho detto chiaramente in Normandia" a Vladimir Putin, ha sottolineato. "Ho messo in chiaro con Putin che la Crimea resterà ucraina" e che l'Ucraina sceglie la strada dell'Europa. Petro Poroshenko mostra fermezza nel discorso d'insediamento da presidente alla Rada, il Parlamento di Kiev (lo speciale). E riferendosi all'incontro avuto il 6 giugno in Normandia con il capo del Cremlino rigetta "ogni compromesso" con la Russia sulla Crimea.

Poroshenko: "Terrò unita l'Ucraina" - Presenti alla cerimonia di insediamento diversi leader stranieri: in particolare il vicepresidente Usa, Joe Biden, e il presidente dell'Unione Europea, Herman Van Rompuy. "Terrò unita l'Ucraina", ha sottolineato Poroshenko, che si recherà nella regione del Donbass in un "prossimo futuro" ma si terrà lontano da contatti con i miliziani che in quella parte dell'est dell'Ucraina si sono autoproclamati autorità dell'area, in particolare a Sloviansk e Donetsk. Il neo-presidente ucraino ha promesso a quelle popolazioni un processo di decentramento del potere ma non "il sogno del federalismo". La lingua ufficiale del Paese, ha detto, sarà l'ucraino ma verrà garantito e tutelato la sviluppo della lingua russa: "Una nuova vita - ha spiegato - significa che non si deve ignorare la volontà popolare e una vita libera significa anche la possibilità di parlare liberamente nel proprio linguaggio nativo".

"Amnistia ma solo per chi non si è macchiato di fatti di sangue" - Tra le proposte avanzate per una uscita dalla crisi vi sono l'amnistia e un passaggio sicuro per i miliziani russi che vorranno rientrare in patria. "La garantirò (l'amnistia, ndr.)", ha sottolineato Poroshenko, "a coloro che non si sono macchiati del sangue dei militari e dei civili ucraini e non hanno finanziato il terrorismo. I mercenari russi che vorranno tornare a casa potranno utilizzare un corridoio sicuro: non voglio guerra né vendette, sebbene i grandi sacrifici fatti dal popolo ucraino io li abbuia ben presenti ai miei occhi. Cerco la pace e l'unità dell'Ucraina, e da qui parto per il mio piano di pace".

"Piena membership nell'Unione Europea" - Quanto al percorso europeo di Kiev, Poroshenko ha auspicato la firma "al più presto" dell'accordo di associazione con Bruxelles, in vista di una "piena membership nell'Unione europea". Poroshenko ha sollecitato nuove elezioni politiche in Ucraina e si è detto pronto a siglare con Mosca un nuovo trattato che sostituisca il Memorandum di Budapest, risalente al 1994. Il nuovo trattato, ha detto, "dovrebbe garantire pace e sicurezza, compreso il sostegno militare in caso di minacce alla nostra integrità territoriale".

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