L'ex agente dell'Nsa replica a chi lo ha accusato di aver fatto propaganda per il Cremlino facendo una domanda sulle intercettazioni durante la maratona televisiva di Vladmir Putin. "Importante parlarne anche in Russia" ha scritto sul Guardian
E' polemica per il botta e risposta tra Edward Snowden e Vladimir Putin, nel corso della maratona televisiva di giovedì in cui il capo del Cremlino ha risposto alle domande dei cittadini russi. L'ex agente dell'Nsa non ci sta e affida alle pagine del Guardian, il giornale inglese che ha contribuito a rendere pubbliche le sue rivelazioni, la risposta a tutti quelli che hanno criticato la sua partecipazione alla trasmissione. Nel corso della lunga diretta tv infatti anche l'ex agente dell'Nsa è apparso in collegamento video per chiedere al capo del Cremlino se "la Russia intercetta, immagazzina e analizza dati sulle conversazioni di milioni di persone" e se "il presidente considera giusto e giustificato questo controllo massiccio".
Il dialogo Snowden-Putin - Dopo essersi fatto ripetere la domanda dal giornalista in studio, Putin, che ha un passato di agente del Kgb, si è rivolto all'ex agente Nsa dicendo: "Signor Snowden, siete un ex agente, anch'io ho avuto rapporti con i servizi segreti, parliamo quindi in termini professionali". L'inquilino del Cremlino ha quindi spiegato che un'attività di intercettazioni come quella praticata dai servizi segreti americani in Russia sarebbe impossibile "perchè i servizi segreti di Mosca sono severamente controllati dalla legge"
Il Washington Post: "Propaganda per Putin" - Un botta e risposta che ha però sollevato molte critiche in occidente, con diversi commentatori che hanno definito la partecipazione di Snowden un assist a Putin. Particolarmente duro il commento dell'editorialista del Washington Post Stephen Stromberg, che ha definito la fonte del Datagate un codardo, accusandolo di aver partecipato "alla messa in scena della propaganda del presidente russo". Anche su twitter sono stati molti i commenti negativi riguardo alla partecipazione, come il caporedattore del settimanale di area progressista Die Zeit che ha definito Snwoden il "cucciolo" di Putin. In difesa di Snowden è intervenuto sul sito di microblogging Glenn Greenwald, l'ex giornalista del Guardian che ha dato inizio al Datagate pubblicando le rivelazioni della fonte dell'Nsa. "Avrebbe dovuto assaltare il Cremlino, prendere i loro documenti e chiedere di essere inviato negli Stati Uniti: proprio come avrebbero fatto i suoi patriotici critici" ha tweetato con tono sarcastico.
Snowden should storm the Kremlin, take their surveillance docs & demand to be sent to the US: just like his brave patriotic critics would do
— Glenn Greenwald (@ggreenwald) 17 Aprile 2014
La difesa di Snwoden - Ma è lo stesso Snwoden che in una lettera aperta al Guardian ha difeso la propria decisione di partecipare. "A essere criticata non è stata la risposta sospettosamente breve di Putin, ma il fatto che io gli abbia posto la domanda" scrive l'ex agente dell'Nsa, che definisce la risposta di Putin alla sua domanda evasiva.
Secondo Snowden con il suo intervento "per la prima volta una così alta autorità dello stato russo ha dovuto rispondere a una domanda sulle intercettazioni". La fonte del datagate cita quindi il giornalista investigativo russo Andrei Soldato, che ha definito la sua domanda "estremamente importante per la Russia" e potrebbe "togliere un divieto de facto sul dibattito pubblico riguardo alla sorveglianza di Stato". Snowden, che paragona la risposta di Putin a quelle date a inizio Datagate da Obama, spiega che, ora che l'argomento è stato introdotto nell'opinione pubblica russa, tocca alla stampa e all'opposizione mettere in discussione le dichiarazioni di Putin. "Se vogliamo mettere alla prova la veridicità delle affermazioni delle autorità - ha concluso - dobbiamo prima dare loro la possibilità di fare queste affermazioni.