Il presidente russo ammette la presenza di soldati in Crimea nei giorni del referendum, ma nega un ruolo di Mosca nelle attuali rivolte nel sud est ucraino. Però avverte: "Il governo di Kiev getta il Paese nel caos. Mi auguro di non dover intervenire"
"Spero tanto di non dove usare il diritto concessomi dal parlamento di impiegare la forza in Ucraina, spero tanto che la situazione possa essere risolta con mezzi politico-diplomatici". Nel corso del tradizionale appuntamento televisivo russo di botta e risposta con le domande inviate dai cittadini, Vladimir Putin non si "nasconde". Il presidente, che ha negato che attualmente vi siano forze di Mosca nelle regioni del sud est ucraino, in rivolta contro Kiev, ha però ammesso la presenza di militari russi nei giorni del referendum per l'annessione della penisola sul Mar Nero lo scorso 16 marzo.
Riguardo alla presenza russa sulla penisola nel mar Nero, Putin ha sostenuto: "Abbiamo dato il nostro supporto alla Crimea" spiegando che la presenza di soldati russi nei giorni del referendum serviva per "garantire la libera espressione della volontà" dei cittadini e per evitare che la situazione degenerasse come sta accadendo ora nelle zone di Donetsk.
Putin: "Autorità ucraine gettano il Paese nell'abisso" - Riguardo invece proprio alle regioni del sud est ucraino, in cui sono in corso scontri tra le forze armate di Kiev e i cosiddetti filorussi, Putin ha voluto smentire che vi sia una presenza di forze di Mosca. "Niente reparti militari, niente servizi speciali, niente istruttori, sono tutti cittadini locali", ha affermato, aggiungendo che, secondo lui, le autorità ucraine "hanno commesso un grave crimine" usando mezzi blindati e l'aviazione contro i propri cittadini. Il governo di Kiev, ha sostenuto "sta portando il Paese verso l'abisso".
Putin: "Spero di non dover intervenire in Ucraina" - Ma il presidente russo ha anche sostenuto che sarebbe un diritto di Mosca intervenire militarmente. "Spero di non dover far uso del diritto di inviare truppe in Ucraina", ha spiegato il capo del Cremlino alludendo al mandato per un intervento militare conferitogli a marzo dal Senato russo. Putin ha spiegato che farà il possibile per aiutare la popolazione russofona dell'est dell'Ucraina a difendere i propri diritti e ha aggiunto che conta di risolvere la crisi "con gli strumenti politici e diplomatici".
Fiducia nel vertice di Ginevra - Secondo il presidente russo la pacificazione della regione può avvenire soltanto attraverso "il dialogo e le procedure democratiche", non con le forze armate. Putin confida quindi nell'incontro odierno di Ginevra tra Usa, Russia, Ue e Ucraina, a suo avviso "molto importante per iniziare un dialogo reale con la gente a est dell'Ucraina e i loro rappresentanti".
Barroso scrive a Putin – Intanto il presidente della Commissione europea Manuel Barroso ha scritto a Putin spiegando che l'eventuale interruzione della fornitura del gas all'Ucraina da parte di Gazprom è "causa di seria preoccupazione, poiché comporta il pericolo di un interruzione del servizio nell'Ue ed altri Paesi partner”. Barroso ha quindi chiesto al presidente russo "di trattenersi dall'adottare tali misure".
Riguardo alla presenza russa sulla penisola nel mar Nero, Putin ha sostenuto: "Abbiamo dato il nostro supporto alla Crimea" spiegando che la presenza di soldati russi nei giorni del referendum serviva per "garantire la libera espressione della volontà" dei cittadini e per evitare che la situazione degenerasse come sta accadendo ora nelle zone di Donetsk.
Putin: "Autorità ucraine gettano il Paese nell'abisso" - Riguardo invece proprio alle regioni del sud est ucraino, in cui sono in corso scontri tra le forze armate di Kiev e i cosiddetti filorussi, Putin ha voluto smentire che vi sia una presenza di forze di Mosca. "Niente reparti militari, niente servizi speciali, niente istruttori, sono tutti cittadini locali", ha affermato, aggiungendo che, secondo lui, le autorità ucraine "hanno commesso un grave crimine" usando mezzi blindati e l'aviazione contro i propri cittadini. Il governo di Kiev, ha sostenuto "sta portando il Paese verso l'abisso".
Putin: "Spero di non dover intervenire in Ucraina" - Ma il presidente russo ha anche sostenuto che sarebbe un diritto di Mosca intervenire militarmente. "Spero di non dover far uso del diritto di inviare truppe in Ucraina", ha spiegato il capo del Cremlino alludendo al mandato per un intervento militare conferitogli a marzo dal Senato russo. Putin ha spiegato che farà il possibile per aiutare la popolazione russofona dell'est dell'Ucraina a difendere i propri diritti e ha aggiunto che conta di risolvere la crisi "con gli strumenti politici e diplomatici".
Fiducia nel vertice di Ginevra - Secondo il presidente russo la pacificazione della regione può avvenire soltanto attraverso "il dialogo e le procedure democratiche", non con le forze armate. Putin confida quindi nell'incontro odierno di Ginevra tra Usa, Russia, Ue e Ucraina, a suo avviso "molto importante per iniziare un dialogo reale con la gente a est dell'Ucraina e i loro rappresentanti".
Barroso scrive a Putin – Intanto il presidente della Commissione europea Manuel Barroso ha scritto a Putin spiegando che l'eventuale interruzione della fornitura del gas all'Ucraina da parte di Gazprom è "causa di seria preoccupazione, poiché comporta il pericolo di un interruzione del servizio nell'Ue ed altri Paesi partner”. Barroso ha quindi chiesto al presidente russo "di trattenersi dall'adottare tali misure".