Linea dura del G7 riunito a L’Aja per discutere della Crimea: “Annessione illegale”. Il vertice di giugno si terrà a Bruxelles. Lavrov: “Nessuno può cacciare qualcun altro”. L'Ucraina intanto decide di ritirare le proprie forze dalla penisola. LA GIORNATA
Crimea sempre più lontana da Kiev e Mosca sempre più isolata dalla comunità internazionale. Da un lato la Russia accelera l'integrazione politica ed economica della penisola, in cui il rublo diventa la valuta principale (mentre il governo ucraino ha ordinato il ritiro di tutti i militari rimasti fedeli alle proprie forze armate). Ma dall'altro il G7 riunito a L'Aja proprio per discutere della Crimea e della crisi ucraina cerca di mettere all'angolo Mosca, comunicandone ufficialmente l'esclusione dal G8 "finché non cambia rotta". Cancellato anche il vertice previsto a giugno a Sochi, che si terrà invece a Bruxelles. Gli Stati Uniti con Obama avvertono: "Le sanzioni verso la Russia saranno dure".
Lavrov: "Non è una tragedia" - Prima ancora che venga ufficializzata la decisione, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov la snobba. "Non è una tragedia", dice in una conferenza stampa, sottolineando che "il G8 è un club informale e per definizione non se ne può essere espulsi". Infatti nel comunicato finale non si parla di "espulsione", ma di qualcosa di diplomaticamente più sottile: sono gli altri sette grandi del pianeta a non voler incontrare Putin finché la Russia non cambierà atteggiamento. La decisione perché "il tentativo di annessione della Crimea" è una "chiara violazione" del diritto internazionale, che viene "condannata con forza" e "non viene riconosciuta".
I militari ucraini si ritirano dalla Crimea - Intanto nella mattinata di lunedì 24 marzo truppe russe hanno preso il controllo di una base navale a Feodosia e portato via, con le mani legate, 60-70 militari ucraini che non si erano arresi. Poco dopo, il presidente ad interim ucraino, Oleksandr Turchynov, ha reso noto di aver dato ordine a tutti i militari di Kiev di ritirarsi dalla Crimea, una decisione presa alla luce delle minacce per "la sicurezza e l'incolumità" del personale di stanza nella penisola e delle famiglie.
Nella penisola entra in circolazione il rublo - Sempre in giornata il rublo è entrato ufficialmente in circolazione, diventando la valuta di pagamento di stipendi pubblici e pensioni mentre la Banca di Crimea si occuperà del passaggio alla nuova valuta e del ritiro graduale della grivna ucraina.
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Lavrov: "Non è una tragedia" - Prima ancora che venga ufficializzata la decisione, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov la snobba. "Non è una tragedia", dice in una conferenza stampa, sottolineando che "il G8 è un club informale e per definizione non se ne può essere espulsi". Infatti nel comunicato finale non si parla di "espulsione", ma di qualcosa di diplomaticamente più sottile: sono gli altri sette grandi del pianeta a non voler incontrare Putin finché la Russia non cambierà atteggiamento. La decisione perché "il tentativo di annessione della Crimea" è una "chiara violazione" del diritto internazionale, che viene "condannata con forza" e "non viene riconosciuta".
I militari ucraini si ritirano dalla Crimea - Intanto nella mattinata di lunedì 24 marzo truppe russe hanno preso il controllo di una base navale a Feodosia e portato via, con le mani legate, 60-70 militari ucraini che non si erano arresi. Poco dopo, il presidente ad interim ucraino, Oleksandr Turchynov, ha reso noto di aver dato ordine a tutti i militari di Kiev di ritirarsi dalla Crimea, una decisione presa alla luce delle minacce per "la sicurezza e l'incolumità" del personale di stanza nella penisola e delle famiglie.
Nella penisola entra in circolazione il rublo - Sempre in giornata il rublo è entrato ufficialmente in circolazione, diventando la valuta di pagamento di stipendi pubblici e pensioni mentre la Banca di Crimea si occuperà del passaggio alla nuova valuta e del ritiro graduale della grivna ucraina.
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