Turchia, sempre più blocco di Twitter

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Il governo turco inasprisce ulteriormente il divieto di accesso al social network rendendo tecnicamente più complicato aggirarlo. Intanto il presidente Gul critica nuovamente la decisione e il Galatasaray si schiera per la libertà sul web

Di Raffaele Mastrolonardo

Aggirare il blocco di Twitter in Turchia rischia di essere più difficile. Dopo che nei giorni scorsi milioni di utenti turchi del social network si sono letteralmente fatti beffe dei divieti governativi continuando a usare il servizio che cinguetta, le autorità sembrano avere cambiato strategia tecnica. Secondo quanto riportano alcune testate web locali e società di analisi del traffico Internet, l'accesso al sito americano è ora impedito a livello di indirizzo IP, ovvero in una modalità, almeno sulla carta, più difficilmente aggirabile rispetto a quella adottata giovedì scorso quando il blocco è stato inizialmente lanciato.
Intanto, le polemiche sulla decisione non si placano. Il presidente Abdullah Gul, che su Twitter conta oltre 4 milioni di seguaci, è tornato a esprimersi sul provvedimento che aveva già stigmatizzato venerdì scorso. “Spero che la questione si risolva in fretta”, ha detto ai giornalisti prima di partire per una visita in Olanda. “E' una situazione spiacevole per una nazione sviluppata come la Turchia, che ha un peso nella regione e sta negoziando con l'Unione europea”.
Il blocco è stato deciso, apparentemente sulla base del pronunciamento di un tribunale, dopo che l'azienda americana non avrebbe ottemperato alla richiesta delle autorità locali di rimuovere alcuni contenuti dalla sua piattaforma.

Nuova tattica - Nonostante i buoni auspici di Gul, che nei giorni scorsi scorsi è stato uno dei primi politici ad aggirare il divieto per condannarlo, il governo turco sembra deciso ad andare fino in fondo. A partire dalla serata di sabato alcuni degli escamotage usati per connettersi al sito risultano non più disponibili. Inizialmente, infatti, le autorità si erano limitato a chiedere ai provider di agire attraverso il DNS, il sistema che, funzionando come una sorta di elenco telefonico della Rete, traduce gli indirizzi espressi in lettere (per esempio, “tg24.sky.it”) in indirizzi Ip, ovvero le stringhe numeriche che identificano effettivamente i siti. Di fatto, ciò che i fornitori di connettività facevano era mutare l'accoppiamento tra lettere e numeri per reindirizzare chiunque provasse ad accedere a Twitter dalla Turchia ad una pagina in cui si spiegavano le ragioni del blocco. In questa situazione tutto quello che gli utenti dovevano fare era cambiare manualmente le impostazioni DNS del proprio computer dicendo alla macchina, di fatto, di rivolgersi ad un altro server per la “traduzione” dele lettere in numeri, magari quello messo a disposizione da Google. Le istruzioni su come procedere si sono presto diffuse in Rete e non solo, comparendo anche sulle banconote e sulle mura di Istanbul. Dalla sera di sabato però questa soluzione, a quanto pare, non funziona più. Come spiega il Washington Post, il governo turco sembra avere ordinato ai provider di bloccare direttamente gli indirizzi Ip del sito americano. Questo significa che non basta più agire sulle impostazioni DNS: ogni tentativo di connessione che risulti effettuato da un computer turco non dà esito. La mossa, segnalata da vari utenti, è stata confermata nella notte di sabato dalla società di analisi del traffico Internet Renesys. Critiche e solidarietà – Per continuare ad usare Twitter gli utenti turchi possono ora ricorrere a soluzioni come le VPN, sistemi che permettono di creare delle reti private per lo scambio di informazioni, oppure servizi di anonimizzazione come Tor. Si tratta, tuttavia, di metodi tecnicamente un po' più complessi che non è detto tutti gli utenti siano in grado di adottare. Tuttavia, come ha scritto la studiosa Zeynep Tufekci, non bisogna neanche sottovalutare l'ingegnosità di coloro che frequentano la Rete, soprattutto in un Paese dove la penetrazione di Internet è alta, in particolar modo tra la popolazione più giovane, e dove le passate censure del web hanno abituato le persone a ricorrere a soluzioni alternative. Intanto, a testimonianza della popolarità di Twitter e dell'avversione al blocco imposto dal governo, il Galatasaray, una delle squadre di calcio più importanti del Paese, ha deciso di usare nel riscaldamento pre-partita una maglia con sopra stampato l'account Twitter della società.

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