Erdogan blocca Twitter, proteste in Turchia e nel mondo
MondoIl social network risulta inaccessibile dalla notte di giovedì 20 marzo. La società di microblogging spiega agli utenti come continuare a inviare messaggi attraverso gli sms e il presidente Abdullah Gul contesta la decisione del premier
Prima le minacce, poi le vie di fatto. Tutto in una giornata. Risultato: dalla notte di giovedì Twitter è inaccessibile in Turchia. O almeno così vorrebbero l'autorità per le telecomunicazioni e il primo ministro Recep Erdogan visto che, a quanto pare, molti utenti riescono comunque ad aggirare il blocco continuando a inviare regolarmente messaggi. La decisione di impedire l'uso del social network è arrivata, secondo quanto afferma l'ICTA, l'autority delle Tlc turca, perché l'azienda americana non avrebbe ottemperato alla richiesta di rimuovere dalla sua piattaforma alcuni contenuti giudicati sensibili dal governo. Secondo quanto riportano le agenzie, il provvedimento sarebbe stato richiesto da un tribunale di Istanbul.
Erdogan: cancellare Tiwtter - La mossa è giunta solo poche ore dopo un comizio in cui Erdogan aveva affermato l'intenzione di “cancellare Twitter”, infischiandosene di “quello che pensa la comunità internazionale”. Il presidente turco Abdullah Gul ha invece condannato, (e proprio su Twitter), il bando ("la chiusura completa delle piattaforme dei social media non può essere accettata") e il governo ha fatto sapere di non avere intenzione di bloccare altri social media, vedi Facebook e Youtube, come precedentemente minacciato. Il principale partito d'opposizione, il Republican People's Party (Chp), ha annunciato che presenterà un appello in tribunale contro la decisione della corte di bloccare l'accesso al popolare social network, insieme a una denuncia penale contro lo stesso leader islamista per violazione delle libertà personali.
Le reazioni – La notizia del blocco si è diffusa nel giro di qualche ora in tutto il mondo, suscitando reazioni di solidarietà verso gli utenti Internet turchi. L'hashtag #TwitterIsBlockedInTurkey è diventato presto uno dei più diffusi a livello globale, così come il suo omologo #TurkeyBlockedTwitter. Entrambi nella mattina di venerdì risultavano ancora tra i “trending topics” del social network.
Well that's backfiring. The whole world is watching, Turkey. #TwitterisblockedinTurkey pic.twitter.com/mexOESV7Qd
— Occupy Wall Street (@OccupyWallStNYC) March 21, 2014
Diverse reazioni anche da parte di autorità internazionali. Secondo Neelie Kroes, vice presidente della Commissione europea, il blocco è “senza senso e codardo” e va considerato “un atto di censura”. Per Carl Bildt, ministro degli Esteri svedese, si tratta di una mossa che danneggia sia Erdogan che tutta la Turchia. Mentre Stefan Fule, commissario per l'Allargamento della Ue, si è detto “gravemente preoccupato”.
Efficacia del blocco - Nonostante la decisione delle autorità, sembra che molti utenti turchi abbiano continuato a pubblicare sulla piattaforma di microblogging. La stessa Twitter ha diffuso un messaggio, in turco e in inglese, invitando a proseguire a twittare attraverso sms aggirando così la censura.
Turkish users: you can send Tweets using SMS. Avea and Vodafone text START to 2444. Turkcell text START to 2555.
— Policy (@policy) March 20, 2014
Secondo alcune testimonianze, infatti, messaggini provenienti dalla Turchia sono arrivati durante tutta la notte, mentre diversi utenti avrebbero trovato sistemi per scavalcare il blocco come, per esempio, il cambio del DNS (magari usando quello pubblico fornito da Google) o il ricorso a Virtual private network (VPN).
Contesto – La censura di Twitter è l'ultimo di una lunga serie di episodi che hanno mostrato la crescente insofferenza del governo turco nei confronti della libertà di espressione in Rete. Lo scorso febbraio il parlamento ha votato una legge che, secondo i critici, imporrà di fatto un bavaglio alla circolazione di informazione sul Web. Per protestare contro la norma si sono mobilitate in piazza e sul web migliaia di persone.
Come sottolineato, per esempio, anche in un editoriale sul New York Times. Zeynep Tufekci, studiosa dei nuovi media di origine turca che insegna negli Stati Uniti, ha infatti scritto che i social network sono stati fondamentali nell'organizzazione delle proteste che hanno caratterizzato la Turchia nell'ultimo anno. Le ultime manifestazioni sono state a metà marzo, in occasione del funerale di Berkin Elvan, un ragazzo di 15 anni deceduto a seguito di un colpo in testa ricevuto durante le manifestaziooni di Gezi Park del giugno scorso.
Secondo alcune stime del Financial Times, la Turchia vanta la più alta penetrazione di Twitter al mondo mentre la diffusione di Internet ha raggiunto il 50% della popolazione. La Rete inoltre ha giocato un ruolo importante nella diffusione di informazioni sullo scandalo che il dicembre scorso ha investito il governo portando all'avvicendamento di 10 ministri e coinvolgendo direttamente il primo ministro.