Si allarga la lista degli Stati che partecipano alle operazioni per trovare il Boeing 777-200 scomparso con 239 persone. “Tutto bene” il messaggio alla torre di controllo. Dieci minuti prima era stato disattivato il sistema che segnala l’aereo a terra
"Tutto bene, buonanotte". Sarebbe stato il copilota del Boeing 777-200 della Malaysian Airlines, scomparso con 239 persone a bordo 9 giorni fa mentre era in volo tra Kuala Lumpur e Pechino, a pronunciare queste parole nell'ultima comunicazione con la torre di controllo. Un messaggio che infittisce il mistero perché detto una decina di minuti dopo che qualcuno aveva disattivato manualmente il sistema che segnala la presenza dell'aereo a terra e il sistema di comunicazione. Le autorità malesi stanno concentrando le loro indagini sul fronte interno ed in particolare sui due piloti, dopo aver confermato che il Boeing 777 ha potuto volare per sei ore e mezzo dopo l’ultima comunicazione. Le abitazioni dei due piloti sono state perquisite e nella casa del capitano è stato trovato un simulatore di volo. Inoltre, si è ricominciato a controllare tutti i passeggeri a bordo, soprattutto per verificare se tra di loro vi fosse qualcuno con un addestramento da pilota.
Nelle ricerche coinvolto 26 Paesi - Le indagini, e le ricerche, continuano ininterrotte. Il Ministero dei Trasporti malesi ha reso noto che sono ormai diventati 26 i Paesi che stanno partecipando alle ricerche dell'aereo. Alle operazioni, che interessano un'aerea che coinvolge 11 nazioni, si sono aggiunti infatti anche esperti dell'aviazione francese che "metteranno a disposizione le loro conoscenze in base all'esperienza fatta con la ricerca del volo 447 dell'Air France", l'aereo precipitato nell'Atlantico nel 2009. La lista ufficiale, oltre a Malesia e Cina, comprende Australia, Bangladesh, Birmania (Myanmar), Brunei, Corea del Sud, Emirati Arabi Uniti, Filippine, Francia, Gran Bretagna, India, Indonesia, Giappone, Kazakhstan, Kirghizistan, Laos, Nuova Zelanda, Pakistan, Russia, Singapore, Thailandia, Turkmenistan, Uzbekistan, Usa e Vietnam. La ricerca si concentra su due corridoi: uno che parte dall'Indonesia e si addentra nel sud dell'Oceano Indiano e a ovest dell'Australia; un altro che si protende nel nord della Thailandia e arriva fino in Kazakhistan e Turkmenistan. "Ci sono ancora alcuni Paesi che non ci hanno fornito le informazioni richieste, ma sono pochi", ha detto l'ispettore generale della polizia malese, precisando che nulla di sospetto è emerso.
Nelle ricerche coinvolto 26 Paesi - Le indagini, e le ricerche, continuano ininterrotte. Il Ministero dei Trasporti malesi ha reso noto che sono ormai diventati 26 i Paesi che stanno partecipando alle ricerche dell'aereo. Alle operazioni, che interessano un'aerea che coinvolge 11 nazioni, si sono aggiunti infatti anche esperti dell'aviazione francese che "metteranno a disposizione le loro conoscenze in base all'esperienza fatta con la ricerca del volo 447 dell'Air France", l'aereo precipitato nell'Atlantico nel 2009. La lista ufficiale, oltre a Malesia e Cina, comprende Australia, Bangladesh, Birmania (Myanmar), Brunei, Corea del Sud, Emirati Arabi Uniti, Filippine, Francia, Gran Bretagna, India, Indonesia, Giappone, Kazakhstan, Kirghizistan, Laos, Nuova Zelanda, Pakistan, Russia, Singapore, Thailandia, Turkmenistan, Uzbekistan, Usa e Vietnam. La ricerca si concentra su due corridoi: uno che parte dall'Indonesia e si addentra nel sud dell'Oceano Indiano e a ovest dell'Australia; un altro che si protende nel nord della Thailandia e arriva fino in Kazakhistan e Turkmenistan. "Ci sono ancora alcuni Paesi che non ci hanno fornito le informazioni richieste, ma sono pochi", ha detto l'ispettore generale della polizia malese, precisando che nulla di sospetto è emerso.