Mosca chiede un'alternativa. Intanto a Sebastopoli il russo diventa la lingua ufficiale. Il premier della Crimea sul referendum: "Destino della regione nelle mani dei suoi cittadini". Soldati filorussi occupano l'ospedale di Simferopoli
Le proposte Usa sulla crisi in Ucraina "non vanno bene" a Mosca, che ha elaborato le proprie. E' questo il commento del ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov dopo l'escalation di tensione nella regione. "Noi abbiamo preparato le nostre proposte con la partecipazione del consiglio di sicurezza russo", ha proseguito il plenipotenziario, secondo cui "l'idea è di portare la situazione nella cornice della legge internazionale tenendo contro degli interessi di tutti gli ucraini senza eccezione, dato il profondo stato di crisi di quel Paese".
Il ministro degli Esteri russo ha poi invitato il suo collega statunitense John Kerry in Russia per discutere della questione ucraina. Kerry, sabato scorso, aveva chiesto di rimandare l'incontro.
Il premier della Crimea: "Arriva la nostra primavera" - La reazione di Mosca arriva dopo le dichiarazioni del premier della Crimea Serghiei Aksionov, forte dell'appoggio della maggioranza della popolazione (tutte le foto - i video): "La Primavera della Crimea è arrivata - ha detto alle migliaia di dimostranti filorussi radunati in piazza Lenin a Simferopoli, capitale della regione che il 16 marzo voterà la secessione - il destino della regione è nelle mani dei suoi cittadini. A Mosca stanno solo aspettando il nostro sì".
Ma c'è anche una minoranza articolata, sostenuta dall'etnia tartara che non ci sta: va nelle strade e nelle piazze gridando il no alla guerra e a Vladimir Putin e reclamando la fedeltà a Kiev che, dal canto suo promette: "Non cederemo". Su Aksionov pende tra l'altro un mandato di cattura spiccato da Kiev.
Blindati russi alla frontiera - E nella regione la tensione rimane altissima, con mezzi militari senza targhe - camion, blindati e qualche carro armato - che sfrecciano verso nord, per consolidare la 'frontiera' con Kiev. O assediano le residue sacche di 'resistenza' dei soldati che rifiutano di consegnare le armi e le basi ai miliziani, affiancati da militari armati di tutto punto, e senza mostrine, come i mezzi che li trasportano (le tappe della crisi).
Una trentina di uomini armati filorussi ha poi fatto irruzione nel principale ospedale militare della Crimea, a Simferopoli, e l'ha occupato. La notizia, riportata da alcuni media locali, è stata confermata dal ministero della Difesa ucraino.
A Sebastopoli la lingua ufficiale è il russo - A Sebastopoli, intanto, prima ancora del referendum sull'adesione della Crimea alla Russia, il russo diventa lingua ufficiale: Dmitri Belik, sindaco ad interim della città, dove oltre il 70% dei residenti è russo, ha decretato che il cirillico sia la lingua ufficiale per i documenti di circolazione, finora compilati in ucraino. Più in generale, in tutta la Crimea tutte le tv sono state praticamente oscurate e sulle loro frequenze vengono ora trasmessi canali russi.
Kiev: non cederemo - Ma Kiev non china la testa e, attraverso il primo ministro ucraino, Arseniy Yatseniuk, avverte la Russia: non vi cederemo "neppure un centimetro" del nostro territorio. "Questa è la nostra terra", ha sottolineato nel corso di una manifestazione con migliaia di persone a Kiev, in onore dell'eroe nazionale Taras Shevchenko. "Faremo di tutto per risolvere la crisi in Crimea con mezzi politici e diplomatici", ha spiegato Iatseniuk, assicurando che Usa e Gran Bretagna (garanti dell'integrità territoriale del Paese in base al memorandum di Budapest del 1994, ndr) faranno "il possibile per preservare l'indipendenza dell'Ucraina".
La Casa Bianca intanto annuncia che il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, riceverà il 12 marzo a Washington il premier ucraino Arseni Iatseniuk, per tentare di trovare una soluzione pacifica alla crisi.
Il ministro degli Esteri russo ha poi invitato il suo collega statunitense John Kerry in Russia per discutere della questione ucraina. Kerry, sabato scorso, aveva chiesto di rimandare l'incontro.
Il premier della Crimea: "Arriva la nostra primavera" - La reazione di Mosca arriva dopo le dichiarazioni del premier della Crimea Serghiei Aksionov, forte dell'appoggio della maggioranza della popolazione (tutte le foto - i video): "La Primavera della Crimea è arrivata - ha detto alle migliaia di dimostranti filorussi radunati in piazza Lenin a Simferopoli, capitale della regione che il 16 marzo voterà la secessione - il destino della regione è nelle mani dei suoi cittadini. A Mosca stanno solo aspettando il nostro sì".
Ma c'è anche una minoranza articolata, sostenuta dall'etnia tartara che non ci sta: va nelle strade e nelle piazze gridando il no alla guerra e a Vladimir Putin e reclamando la fedeltà a Kiev che, dal canto suo promette: "Non cederemo". Su Aksionov pende tra l'altro un mandato di cattura spiccato da Kiev.
Blindati russi alla frontiera - E nella regione la tensione rimane altissima, con mezzi militari senza targhe - camion, blindati e qualche carro armato - che sfrecciano verso nord, per consolidare la 'frontiera' con Kiev. O assediano le residue sacche di 'resistenza' dei soldati che rifiutano di consegnare le armi e le basi ai miliziani, affiancati da militari armati di tutto punto, e senza mostrine, come i mezzi che li trasportano (le tappe della crisi).
Una trentina di uomini armati filorussi ha poi fatto irruzione nel principale ospedale militare della Crimea, a Simferopoli, e l'ha occupato. La notizia, riportata da alcuni media locali, è stata confermata dal ministero della Difesa ucraino.
A Sebastopoli la lingua ufficiale è il russo - A Sebastopoli, intanto, prima ancora del referendum sull'adesione della Crimea alla Russia, il russo diventa lingua ufficiale: Dmitri Belik, sindaco ad interim della città, dove oltre il 70% dei residenti è russo, ha decretato che il cirillico sia la lingua ufficiale per i documenti di circolazione, finora compilati in ucraino. Più in generale, in tutta la Crimea tutte le tv sono state praticamente oscurate e sulle loro frequenze vengono ora trasmessi canali russi.
Kiev: non cederemo - Ma Kiev non china la testa e, attraverso il primo ministro ucraino, Arseniy Yatseniuk, avverte la Russia: non vi cederemo "neppure un centimetro" del nostro territorio. "Questa è la nostra terra", ha sottolineato nel corso di una manifestazione con migliaia di persone a Kiev, in onore dell'eroe nazionale Taras Shevchenko. "Faremo di tutto per risolvere la crisi in Crimea con mezzi politici e diplomatici", ha spiegato Iatseniuk, assicurando che Usa e Gran Bretagna (garanti dell'integrità territoriale del Paese in base al memorandum di Budapest del 1994, ndr) faranno "il possibile per preservare l'indipendenza dell'Ucraina".
La Casa Bianca intanto annuncia che il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, riceverà il 12 marzo a Washington il premier ucraino Arseni Iatseniuk, per tentare di trovare una soluzione pacifica alla crisi.