Dalla Spagna al Regno Unito, in carcere per un tweet

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Una ragazza andalusa condannata a un anno di carcere per messaggi terroristici. In UK due ventenni considerati colpevoli per le minacce di stupro rivolte a un’attivista. Si moltiplicano le sentenze per provocazioni offensive pubblicate online

di Nicola Bruno

Ha 21 anni, il suo account Twitter è @albacorazonegro e nelle scorse settimane è stata condannata da un tribunale spagnolo per istigazione al terrorismo a mezzo Twitter. Non si tratta dell’unico caso recente di condanna per contenuti pubblicati sul sito di microblogging: a fine gennaio un tribunale inglese ha mandato in carcere un ragazzo e una ragazza che avevano pubblicato minacce di stupro nei confronti di un’attivista femminista. E in Ohio, Stati Uniti, un cittadino di 37 anni deve scontare 16 mesi di prigione per aver scritto su Twitter di voler uccidere Barack Obama. Dalla Cina al Kuwait, passando per il Venezuela e la Corea del Sud, sono sempre di più le notizie di utenti di social network condannati per minacce o altri reati commessi online.

Terrorismo - Sono bastati una serie di tweet di sostegno al gruppo terroristico GRAPO (Grupos de Resistencia Antifascista Primero de Octubre), unito ad uno rivolto al primo ministro spagnolo (in cui prometteva di “tatuarsi il volto di chi avrebbe sparato a Rajoy nel naso”) per convincere i giudici spagnoli a condannare Alba González Camacho, studentessa andalusa di 21 anni, autrice dell’account @albacorazonegro. Il tribunale ha stabilito una pena di un anno di carcere (che però non sarà scontato se non verranno commessi altri reati) e sette anni di interdizione dai pubblici uffici. Secondo la corte la ragazza avrebbe pubblicato “messaggi con un contenuto ideologico radicale e violento”. Interpellata dal New York Times, l’autrice dei tweet si è descritta come “una ragazza normale”. Lei stessa aveva commentando la sentenza dicendo che: “Non mi sarei mai immaginata che potesse accadermi qualcosa del genere. Su Internet si trova un sacco di cose senza senso, anche peggiori delle mie. Ma sembra che le condanne arrivino solo per chi è di una parte - i fascisti possono dire quello che vogliono e non gli accade nulla”. Il caso della studentessa ha fatto molto discutere in Spagna (qui una raccolta di tweet con le reazioni), anche perché il governo Rajoy dallo scorso novembre sta discutendo una bozza di legge che vuole introdurre il reato di organizzazione di azioni violente attraverso Internet.

Minacce di stupro - Sempre nelle scorse settimane John Nimmo, 25 anni, e Isabella Sorley, 23 anni, sono stati condannati al carcere per “uso improprio dei network pubblici di comunicazione”. Entrambi avevano inviato una serie di tweet con minacce all’attivista femminista Caroline Criado-Perez, nota per aver condotto una battaglia per introdurre il volto di Jane Austen sulle banconote da dieci sterline (in sostituzione di quello di Charles Darwin). Quando la Bank of England ha annunciato di aver approvato la sostituzione, i due ragazzi hanno utilizzato più di 80 diversi account Twitter per inviare messaggi offensivi a Criado-Perez, alcuni anche con esplicite minacce di stupro. I due autori sono stati condannati a 12 e 20 settimane di carcere. E il caso ha fatto molto discutere nel Regno Unito, tanto che la stessa Twitter ha annunciato strumenti di notifica più efficaci per segnalare eventuali abusi.

Condanne a mezzo social media - Non solo Europa. Anche nel resto del mondo si moltiplicano i casi di arresti o condanne per messaggi postati online (qui una raccolta di segnalazioni fatta da The Verge. Uno dei casi più noti è quello di Park Jung-geun, ragazzo coreano condannato a 10 mesi per aver retwittato alcuni messaggi del Partito Comunista della Corea del Nord (tra cui uno con il testo “Lunga vita a Kim Jong-il”). Dopo aver trascorso diversi mesi in carcere, la pena è stata poi sospesa. In Iran a finire in carcere è stato il padre di un ragazzo residente in Olanda colpevole di aver pubblicato un messaggio offensivo nei confronti di un imam. In Kuwait sono stati dati due anni a un attivista locale colpevole di avere “insultato” su Twitter l’emiro del paese. Condanne e arresti sono arrivate per altri utenti che hanno scritto online di voler fare omicidi di massa. Lo stesso è avvenuto di recente in Ohio, dove un utente di 37 anni ha scritto su Twitter di voler uccidere il presidente Obama: a fine gennaio è stato condannato a 16 mesi di carcere.

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