Follower e seguaci su Twitter, Facebook e anche su YouTube in crescita: il governo europeo prova a usare i social network con più assiduità e competenza per avvicinare i cittadini. I progressi ci sono ma i risultati in termini di numeri sono ancora bassi
Su Twitter le bandiere della Ue a mezz’asta il giorno dopo la morte di Nelson Mandela. Su Facebook un’infografica dedicata alla giornata delle lingue. Su Google Plus una Gif sulle difficoltà dei cittadini Ue a vedere riconosciuti i propri certificati di matrimonio in stati diversi da quello in cui si sono svolte le nozze. Sono questi alcuni dei post e dei messaggi più condivisi degli account di social media che fanno capo alla Commissione europea nel 2013. A comunicarlo è stato recentemente lo stesso organo di governo dell’Unione che da un po’ di tempo sta cercando espandere e di rendere più incisiva la sua presenza online. I risultati, per quanto riguarda le tendenze, sono incoraggianti (utenti in aumento almeno del 150 % su tutte e tre le piattaforme) anche se i numeri assoluti sembrano in certi casi ancora bassi per un’istituzione che ha influenza sulla vita di 507 milioni di persone. Da Bruxelles però sono soddisfatti: “I nostri sforzi non possono essere misurati solo in termini di numeri assoluti. Sappiamo di avere pubblici specifici interessati ai nostri contenuti. La sfida è identificarli e costruire messaggi adatti a loro e coerenti con le varie piattaforme”, spiega a SKY Tg 24.it Mina Andreeva, portavoce di Viviane Reding, vicepresidente della Commissione.
EU flags down at half in front of @EU_Commission #RIPNelsonMandela #Mandela pic.twitter.com/0Tme670sZq
— European Commission (@EU_Commission) December 6, 2013
A ciascuno il suo - Tanti o pochi che siano i social-utenti della Commissione, quel che è certo è che, per sua stessa ammissione, l’istituzione guidata da José Manul Barroso sta facendo uno sforzo cosciente per adattare il proprio messaggio ai vari contesti online e dunque per modernizzarsi, almeno sul Web. Si spiega così il frequente ricorso a immagini su Twitter o l’uso di infografiche su Facebook. Stesso discorso per le tante Gif pubblicate su Google Plus, anche quando si tratta di bambini usati per sottolineare la scarsa offerta di intrattenimento digitale nella Ue o di gattini per aumentare la consapevolezza sui diritti dei consumatori. Scelte poco istituzionali che, come racconta la stessa Commissione, dipendono dal fatto che sul social network di Google c’è una comunità molto attiva che ama condividere immagini animate.
Cifre - Insomma, lo sforzo per capire i vari ambienti online da parte di un soggetto spesso percepito come distante dalla vita dei cittadini sembra esserci. Allo scopo è stata messa in piedi una squadra di sei persone con specializzazioni che vanno dal montaggio di video e il foto ritocco al monitoraggio dei social media. “Il team fa anche formazione nei vari dipartimenti della Commissione”, dice Andreeva. Al momento i risultati parlano di quasi 250 mila “amici” su Facebook, 190 mila seguaci su Twitter mentre l'account Google Plus è stato inserito in oltre 900 mila cerchie sul social network del motore di ricerca. Il canale su YouTube, invece, ha superato i 20 mila iscritti. I numeri, come detto, sono in crescita ma, in certi casi, sono largamente inferiori a quelli di altre personalità o istituzioni politiche. Il primo ministro inglese David Cameron, per esempio, viaggia verso i 600 mila follower e Matteo Renzi supera gli 800 mila anche se, almeno in teoria, la quantità di persone potenzialmente interessate alla comunicazione della Commissione rispetto ai due capi di governo nazionali dovrebbe essere maggiore. “I follower non sono il nostro obiettivo ultimo, precisa ancora Andreeva, ma solo un mezzo in vista del fine, che è fornire trasparenza e accessibilità ai cittadini attraverso i social media”. La difficoltà, comunque è riconosciuta (“non è facile comunicare a più di 500 milioni di persone che parlano lingue diverse”) anche se, aggiunge, ci sono altre metriche tenute in considerazione per valutare le performance dell’organo esecutivo della Ue. Per esempio, il punteggio su Klout, un sistema di misurazione della popolarità online, che è “uno dei più alti tra le organizzazione internazionali”. In crescita poi, a detta della portavoce, anche l’interazione con gli utenti grazie all’impegno a rispondere ai commenti e alle richieste dei cittadini sui vari social network.