Marò, solidarietà di Nato e Ue. L'Onu è cauta

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Il segretario dell'Alleanza atlantica Rasmussen: "Preoccupato per applicazione della legge antiterrorsimo". Bruxelles: "Gravi implicazioni per altre missioni". Pressing della diplomazione italiana su Ban Ki Moon che aveva parlato di "problema bilaterale"

Emma Bonino alza il telefono e chiama Ban Ki-moon. Lo schiaffo del segretario generale dell'Onu che - a pochi giorni della cruciale udienza della Corte suprema indiana sui due marò - ha definito il caso "una questione bilaterale", brucia più dei rinvii e dei pasticci della giustizia indiana. E l'Italia reagisce con durezza, minacciando anche di fermare la propria partecipazione alle missioni all'estero.

Ambasciatore italiano all'Onu ha chiesto incontro con Ban Ki Moon - In serata Ban ha 'ammorbidito' la sua posizione, dicendosi "sorpreso" che l'India voglia applicare la legge antiterrorismo. Ma solo dopo il pressing italiano. Su indicazione di Bonino, l'ambasciatore alle Nazioni Unite Sebastiano Cardi ha chiesto oggi un colloquio urgente con il segretario generale al quale ha espresso la preoccupazione del governo per le "ripercussioni negative" che l'applicazione della legge antiterrorismo nei confronti dei due marò potrebbe avere sulla lotta alla pirateria e al terrorismo internazionale. Una preoccupazione, ha sottolineato la Farnesina, "condivisa pubblicamente anche dall'Alto rappresentante dell'Ue, Catherine Ashton, e dal Segretario Generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen". E perciò tutt'altro che "bilaterale". Tanto più che a New York si è tenuta una riunione di coordinamento Ue a 28 sul dossier.

Bonino riferirà in Aula - In Italia intanto monta lo sdegno. Il Senato ha deciso - su richiesta dei presidenti di Commissione di Esteri e Difesa, Pierferdinando Casini e Nicola Latorre - di sospendere l'esame del Dl sul finanziamento delle missioni internazionali. Almeno fino a quando il governo non chiarirà in aula "quali iniziative intende prendere per contrastare le inaccettabili dichiarazioni di Ban Ki-moon". Ci penserà giovedì mattina Bonino a riferire in aula a Palazzo Madama della telefonata con il segretario dell'Onu, mentre il premier Enrico Letta ha ribadito "il massimo impegno del governo sui marò e sul governo indiano". Anche per il ministro della Difesa, Mario Mauro, è "impensabile" parlare di questione bilaterale: "Si tratta di due militari impegnati in una missione nazionale, ma che risponde a una esigenza di una collettività globale, che è quella di porre un argine alla pirateria e al terrorismo", ha spiegato.

Critica a India da Nato e Ue - L'Italia ha sempre evocato il rischio di "un pericoloso precedente" per tutte le missioni multilaterali, ma ora che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone rischiano di essere processati in base alla legge antiterrorismo indiana - la Corte suprema indiana deciderà il 18 febbraio su richiesta della procura generale - si allarma anche la Nato, che teme "implicazioni negative" sulla lotta alla pirateria. "Sono personalmente preoccupato per i due marò italiani e per l'idea che siano perseguiti per terrorismo", ha detto il segretario generale dell'Alleanza atlantica Rasmussen. "La lotta alla pirateria - ha sottolineato - è nell'interesse di tutti". Con l'India si era fatta sentire ieri anche l'Ue, per voce dell'Alto rappresentate per la politica estera Catherine Ashton, che ha definito l'accusa di terrorismo ai due marò "allarmante per tutti i governi dell'Unione europea" con "gravi implicazioni per tutte le azioni antiterrorismo comuni". E in attesa della decisione della Corte suprema, i radicali di Emma Bonino lanciano un nuovo sciopero della fame, il 16 e 17 febbraio: "Non possiamo più accettare che l'India utilizzi questa vicenda a scopi interni. E, francamente, crediamo che l'Italia intera dovrebbe smettere di dividersi strumentalmente e dare un segnale forte".

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