Bergoglio, in una lunga intervista al quotidiano, confessa: “Ho paura quando i cristiani perdono la speranza e la capacità di abbracciare e accarezzare”. E sul rapporto con la politica: “Se non aiuta le persone fa imputridire la Chiesa”
"Quando i cristiani si dimenticano della speranza e della tenerezza, diventano una Chiesa fredda, che non sa dove andare e si imbriglia nelle ideologie, negli atteggiamenti mondani. Ho paura quando i cristiani perdono la speranza e la capacità di abbracciare e accarezzare". Sono le parole di Papa Francesco in una lunga intervista a la Stampa nella quale affronta anche i rapporti con la politica e con le altre confessioni cristiane e risponde a chi lo ha criticato definendolo marxista: "L'ideologia marxista è sbagliata. Ma nella mia vita ho conosciuto tanti marxisti buoni come persone".
Intanto "non possiamo pensare al Natale - dice il Pontefice - senza pensare alla Terra Santa. Cinquant'anni fa Paolo VI ha avuto il coraggio di uscire per andare là e così è cominciata l'epoca dei viaggi papali. Anch'io desidero andarci, per incontrare il mio fratello, patriarca di Costantinopoli". L'ecumenismo, spiega "è prioritario. Oggi esiste l'ecumenismo del sangue. In alcuni paesi ammazzano i cristiani perché portano una croce o hanno una Bibbia" e prima "non chiedono la carta d'identità per sapere in quale Chiesa tu sia stato battezzato. Il sangue è mischiato, dobbiamo partire da lì ". Papa Francesco parla anche del dramma della fame nel mondo sottolineando che "con il cibo che avanziamo e buttiamo potremmo dar da mangiare a tantissimi. Se riuscissimo a non sprecare, a riciclare il cibo, la fame nel mondo diminuirebbe di molto, nel mondo abbiamo sufficiente cibo per sfamare tutti".
Il rapporto con la politica, dice Bergoglio, deve essere "parallelo e convergente", ma "convergente soltanto nell'aiutare il popolo. Quando i rapporti convergono prima, senza il popolo, o infischiandosene del popolo, inizia quel connubio con il potere politico che finisce per imputridire la Chiesa". E sul futuro dello Ior: “Si vedrà".
Intanto "non possiamo pensare al Natale - dice il Pontefice - senza pensare alla Terra Santa. Cinquant'anni fa Paolo VI ha avuto il coraggio di uscire per andare là e così è cominciata l'epoca dei viaggi papali. Anch'io desidero andarci, per incontrare il mio fratello, patriarca di Costantinopoli". L'ecumenismo, spiega "è prioritario. Oggi esiste l'ecumenismo del sangue. In alcuni paesi ammazzano i cristiani perché portano una croce o hanno una Bibbia" e prima "non chiedono la carta d'identità per sapere in quale Chiesa tu sia stato battezzato. Il sangue è mischiato, dobbiamo partire da lì ". Papa Francesco parla anche del dramma della fame nel mondo sottolineando che "con il cibo che avanziamo e buttiamo potremmo dar da mangiare a tantissimi. Se riuscissimo a non sprecare, a riciclare il cibo, la fame nel mondo diminuirebbe di molto, nel mondo abbiamo sufficiente cibo per sfamare tutti".
Il rapporto con la politica, dice Bergoglio, deve essere "parallelo e convergente", ma "convergente soltanto nell'aiutare il popolo. Quando i rapporti convergono prima, senza il popolo, o infischiandosene del popolo, inizia quel connubio con il potere politico che finisce per imputridire la Chiesa". E sul futuro dello Ior: “Si vedrà".