Secondo l'Hindustan Times, la National Investigation Agency che indaga sulla vicenda invoca nel suo rapporto l'applicazione di una legge che prevede la pena capitale. Ma il governo nega. De Mistura: "Conta solo la posizione del giudice". TIMELINE
La stampa indiana torna a parlare della possibilità di una condanna a morte per i due marò italiani detenuti in India. Secondo l'Hindustan Times, la National Investigation Agency (Nia), a cui sono affidate le indagini sulla morte dei due pescatori indiani nel febbraio 2012, nel suo rapporto ha invocato l'applicazione di una legge del 2002 che prevede la pena capitale per chi causa la morte di persone in mare. Il giornale ha riferito che il rapporto è stato già trasmesso al ministero dell'Interno indiano, nonostante le pressioni dello stesso ministero degli Esteri di New Delhi per arrivare a un'incriminazione meno pesante per Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.
Il governo indiano esclude la pena di morte - Interpellata dall’Ansa, la Nia ha risposto con un 'no comment', ma dal portavoce del governo indiano Syed Akbaruddin è arrivata una secca smentita: "Il caso - ha affermato - non rientra tra quelli che sono punibili con la pena di morte". Il rischio di una condanna alla pena di morte per i due marò "è gia' stato smentito ed escluso" ha poi sottolineato il ministro degli Esteri italiano Emma Bonino.
De Mistura. "Conta la posizione del giudice" - In precedenza, l'inviato speciale del governo italiano sulla vicenda Staffan De Mistura aveva ricordato come sarà il giudice a stabilire il capo di imputazione. "Anche in passato abbiamo visto notizie della stampa indiana che poi rappresentavano soltanto delle illazioni. Sia da parte del governo indiano che delle autorità italiane non ci sono commenti" ha detto De Mistura. "Quello che conta per noi - ha ribadito il sottosegretario, appena tornato in Italia dall'India - è la posizione del giudice. Avevo già detto che la Nia poteva essere tentata di innalzare il tiro, ma conta la posizione del giudice e delle autorità indiane". In merito alla notizia di oggi, ha concluso, "non abbiamo commenti come non li hanno le autorità indiane".
Il governo indiano esclude la pena di morte - Interpellata dall’Ansa, la Nia ha risposto con un 'no comment', ma dal portavoce del governo indiano Syed Akbaruddin è arrivata una secca smentita: "Il caso - ha affermato - non rientra tra quelli che sono punibili con la pena di morte". Il rischio di una condanna alla pena di morte per i due marò "è gia' stato smentito ed escluso" ha poi sottolineato il ministro degli Esteri italiano Emma Bonino.
De Mistura. "Conta la posizione del giudice" - In precedenza, l'inviato speciale del governo italiano sulla vicenda Staffan De Mistura aveva ricordato come sarà il giudice a stabilire il capo di imputazione. "Anche in passato abbiamo visto notizie della stampa indiana che poi rappresentavano soltanto delle illazioni. Sia da parte del governo indiano che delle autorità italiane non ci sono commenti" ha detto De Mistura. "Quello che conta per noi - ha ribadito il sottosegretario, appena tornato in Italia dall'India - è la posizione del giudice. Avevo già detto che la Nia poteva essere tentata di innalzare il tiro, ma conta la posizione del giudice e delle autorità indiane". In merito alla notizia di oggi, ha concluso, "non abbiamo commenti come non li hanno le autorità indiane".