Sul social network sarà possibile pubblicare filmati di decapitazioni, atti di terrorismo e violazione dei diritti umani. Ma è polemica: tra gli utenti del colosso di Zuckerberg ci sono tanti minorenni "Irresponsabili", tuona il premier inglese Cameron
Svolta su Fb, ammessi video violenti - E' stata la Bbc ad accorgersi nei giorni scorsi che un raccapricciante filmato di una donna decapitata in Messico per avere tradito il marito era stato postato su Facebook: alla richiesta di conferma il social network di Mark Zuckenberg (un miliardo e 150 milioni in tutto il mondo) ha ammesso la marcia indietro.
L'azienda: serve per condannare - "Facebook è sempre stato un luogo dove le persone mettono in comune le loro esperienze, particolarmente quando sono esperienze collegate a eventi controversi sul terreno, ad esempio abusi di diritti umani, atti di terrorismo e altri eventi violenti", ha spiegato in un comunicato il colosso della condivisione online. "La gente mette questi eventi su Facebook per condannarli. Se dovessero essere celebrati o dovessero servire come incoraggiamento, il nostro approccio sarebbe diverso". E in particolare, a proposito del video messicano, Facebook ha osservato che la filosofia del sito è "preservare i diritti degli utenti di descrivere, rappresentare e commentare sul mondo in cui viviamo".
L'Ira di Cameron - Contrario all'iniziativa il premier inglese Cameron, che sottolinea un altro importante aspetto: tra gli iscritti ci sono molti minorenni. "Dovranno (i responsabili dell'azienda, ndr) spiegare le loro azioni ai genitori preoccupati", ha dichiarato.
It's irresponsible of Facebook to post beheading videos, especially without a warning. They must explain their actions to worried parents.
— David Cameron (@David_Cameron) October 22, 2013
La svolta di Facebook segue di pochi giorni la decisione di allentare i controlli sui "post" degli adolescenti per non farli migrare verso altre popolari piattaforme come Snapchat o Twitter. L'ufficio legale di Fb è comunque al lavoro per individuare modi per dare agli utenti maggior controllo su ciò che trovano: ad esempio un ""warning" che la natura violenta del contenuto postato può provocare shock.