I socialdemocratici tedeschi hanno votato l'avvio di trattative con i cristiano-democratici della cancelliera Angela Merkel. Dieci i punti irrinunciabili del partito arrivato secondo alle ultime elezioni. A Natale, forse, il nuovo governo
Fine dei tatticismi e delle esplorazioni: da mercoledì 23 ottobre si negozierà sul serio per un governo di larghe intese in Germania. L'ultimo ostacolo è stato rimosso il 20 ottobre dal congresso ristretto della Spd a Berlino, che ha votato a grandissima maggioranza per l'avvio di trattative di governo con i cristiano-democratici della cancelliera Angela Merkel. A Natale, forse, il nuovo governo: fino ad allora resterà in carica quello attuale e il 22 si costituirà il nuovo Parlamento. Non saranno comunque trattative facili: i socialdemocratici hanno stilato una lista di dieci punti irrinunciabili. E l'Unione ha messo una serie dei paletti oltre i quali non si va. Fra le condizioni della Spd, un salario minimo fissato per legge di 8,5 euro l'ora. Viceversa, la Cdu-Csu la spunta sul dogma del 'no tasse' ripetuto in campagna elettorale.
Le trattative per la Grosse Koalition - Al congresso ristretto del 20 ottobre solo 31 delegati su 229 hanno votato contro trattative di governo. Due si sono astenuti: l'86% si è detto favorevole. La direzione Cdu aveva già votato il venerdì precedente per l'avvio di trattative.
Socialdemocratici e cristiano-democratici avevano sondato in tre incontri esplorativi le possibilità di dare vita a una grande coalizione e messo sul tavolo le loro condizioni, negoziabili e non. Alla fine, dopo il primo via libera il 20 ottobre, per la Spd saranno i circa 470.000 iscritti ad avere l'ultimissima parola, a un congresso regolare a metà novembre a Lipsia, sull'accordo di governo nel frattempo negoziato con la Cdu-Csu. Una bocciatura appare al momento improbabile ma non esclusa. In effetti, al voto il 22 settembre la Cdu-Csu otteneva il miglior risultato in 20 anni (41,5%) e la Spd il suo secondo peggiore (25,7%): disparità, questa, che rendeva ancora più forti le resistenze nella Spd ad allearsi con una cancelliera strapotente.
Le condizioni della Spd - L'aumento dell'aliquota massima al 49% non compare più tra le richieste dei socialdemocratici, cosa che non è piaciuta all'ala sinistra. Sparita anche l'equiparazione delle coppie, inclusa l'adozione di figli per omosessuali, respinta dalla Cdu-Csu. Compaiono invece il freno agli affitti, le pensioni uguali a Est e Ovest, una tassa sulle transazioni finanziarie, una maggiore lotta all'evasione fiscale e la doppia cittadinanza.
Le trattative per la Grosse Koalition - Al congresso ristretto del 20 ottobre solo 31 delegati su 229 hanno votato contro trattative di governo. Due si sono astenuti: l'86% si è detto favorevole. La direzione Cdu aveva già votato il venerdì precedente per l'avvio di trattative.
Socialdemocratici e cristiano-democratici avevano sondato in tre incontri esplorativi le possibilità di dare vita a una grande coalizione e messo sul tavolo le loro condizioni, negoziabili e non. Alla fine, dopo il primo via libera il 20 ottobre, per la Spd saranno i circa 470.000 iscritti ad avere l'ultimissima parola, a un congresso regolare a metà novembre a Lipsia, sull'accordo di governo nel frattempo negoziato con la Cdu-Csu. Una bocciatura appare al momento improbabile ma non esclusa. In effetti, al voto il 22 settembre la Cdu-Csu otteneva il miglior risultato in 20 anni (41,5%) e la Spd il suo secondo peggiore (25,7%): disparità, questa, che rendeva ancora più forti le resistenze nella Spd ad allearsi con una cancelliera strapotente.
Le condizioni della Spd - L'aumento dell'aliquota massima al 49% non compare più tra le richieste dei socialdemocratici, cosa che non è piaciuta all'ala sinistra. Sparita anche l'equiparazione delle coppie, inclusa l'adozione di figli per omosessuali, respinta dalla Cdu-Csu. Compaiono invece il freno agli affitti, le pensioni uguali a Est e Ovest, una tassa sulle transazioni finanziarie, una maggiore lotta all'evasione fiscale e la doppia cittadinanza.