Iran, l'ayatollah Khamenei sostiene (con riserva) Rouhani

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La Guida suprema del Paese afferma di sostenere la politica di apertura del presidente all'Onu. Ma giudica la telefonata con Barack Obama "una scelta inopportuna". E su Israele: "Se ci attaccano la nostra risposta sarà inflessibile"

Hassan Rouhani, il presidente dell'Iran che ha recentemente inaugurato una politica di distensione nei confronti dell'Occidente, ha l'appoggio, con qualche riserva degli Ayatollah. A dare la "benedizione" alla politica aperturista del governo di Teheran è stato Ali Khamenei, Guida suprema dell'Iran, massima espressione del clero sciita e che fino non si era ancora espresso sulla svolta in politica esterna.

"Sosteniamo la mossa diplomatica del governo e attribuiamo importanza ai suoi sforzi diplomatici e sosteniamo il recente viaggio" di Rouhani alle Nazioni Unite ha detto infatti Khamenei parlando a una cerimonia delle Forze armate a Teheran. Sostegno che non elimina la sfiducia verso gli Stati Uniti, che, ha aggiunto la Guida Spirituale, "si sentono sempre superiori e infrangono tutte le promesse" sotto la pressione dei "sionisti". E proprio sui rapporti con gli Stati Uniti che Khamenei ha riservato alcune critiche al presidente Rouhani. "Secondo noi, una parte di ciò che è avvenuto durante il viaggio a New York era fuori luogo" ha detto l'ayatollah, criticando, senza citarla, la storica telefonata che il presidente iraniano Hassan Rouhani ha accettato da parte del presidente americano Barack Obama la settimana scorsa.

Non sono mancate però nel discorso di Khamenei i tradizionali attacchi nei confronti dello stato di Israele. "L'Iran darà una risposta inflessibile a qualsiasi azione bellicosa" ha assicurato la Guida Suprema, rispondendo così alle minacce del governo di Israele di agire da solo contro il programma nucleare di Teheran. "Abbiamo sentito minacce ripetitive e disgustose da parte di nemici della nazione iraniana", ha detto l'ayatollah. "La nostra risposta a qualsiasi furberia sarà grave e dura".

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