Greenpeace, Putin: "Non sono pirati ma hanno violato legge"

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Il presidente russo commenta l'arresto dei 30 ambientalisti fermati dopo aver abbordato una piattaforma petrolifera sovietica nel mare artico. "Violate le leggi internazionali". Se accusati di pirateria rischiano fino a 15 anni di carcere

"Ovviamente gli attivisti di Greenpeace che hanno abbordato la piattaforma petrolifera nel Mar di Pechora non sono dei pirati", ma "hanno tentato di occupare la piattaforma e così hanno violato le leggi internazionali". Così il presidente russo Vladimir Putin ha commentato l’arresto dei 30 ambientalisti (tra cui l'italiano Cristian D'Alessandro) bloccati mentre, a bordo del rompighiaccio Artic Sunrise, hanno abbordato una piattaforma petrolifera russa nel Mare di Pechora, nell'Artico. Martedì 24 settembre il Comitato investigativo russo aveva annunciato un'indagine per pirateria a carico degli attivisti, reato per il quale rischierebbero fino a 15 anni di carcere.

"Siamo felici che il presidente Putin abbia riconosciuto che i nostri attivisti chiaramente non sono pirati e hanno agito in modo pacifico unicamente perché preoccupati per la salvaguardia dell'ambiente artico" replica Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace International in una nota. Tutti i 30 attivisti, prosegue il comunicato, "rimangono al momento in stato di fermo vicino Murmansk, a quanto pare in località diverse. A cinque di loro, interrogati la scorsa notte, è stato confermato che sono indagati con l'accusa di 'pirateria', ma attualmente non sono stati accusati formalmente di alcun reato".

L'associazione ambientalista afferma inoltre che "le autorità russe hanno diffuso nuove immagini, apparentemente filmate dalla piattaforma petrolifera, in cui si vedono gli uomini della sicurezza russa confrontarsi con due climber durante la protesta di giovedì scorso. Si vede chiaramente una donna, l'attivista finlandese Sini Saarela, urlare 'scendo, scendo' mentre agenti armati continuano a tirare la corda con cui lei è assicurata alla struttura. Il video - prosegue la nota di Greenpeace - mostra anche i colpi sparati in acqua dalle forze dell'ordine russe, nonostante un attivista sul gommone alzi le mani per mostrare che l'azione è pacifica.



"Da fonti di stampa russe apprendiamo che le guardie di frontiera affermano di non essere state a conoscenza che l'azione di protesta fosse portata avanti da Greenpeace", prosegue la nota. "Questo non è verosimile - commenta Naidoo - La fiancata della nostra nave ha ben visibili su entrambi i lati due grandi arcobaleni, due colombe della pace e i loghi di Greenpeace. Ci hanno seguito per 24 ore prima che la protesta iniziasse. Inoltre negli ultimi anni abbiamo intrapreso una serie di iniziative pacifiche in Russia e le autorità ci conoscono bene".

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