Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon invita Usa e Russia ad assumere la leadership e trovare una soluzione rapida al Consiglio di Sicurezza. Mosca ribadisce il suo no all'uso della forza. Autobomba esplode al confine con la Turchia
All'indomani della pubblicazione del rapporto degli ispettori Onu che ha confermato l'attacco con gas sarin alla periferia di Damasco, entra nel vivo il lavoro delle potenze occidentali al Palazzo di Vetro per redigere una risoluzione per mettere sotto controllo l'arsenale chimico siriano. Francia e Gran Bretagna, secondo fonti diplomatiche, presto invieranno una prima bozza agli altri membri del Consiglio di Sicurezza in cui si minacciano sanzioni, economiche e forse non solo, se il regime non manterrà l'impegno al disarmo. Nel testo si prospetta anche il possibile deferimento dei responsabili degli attacchi con armi chimiche alla Corte Penale Internazionale.
Russia contraria all'uso della forza - Il ministro degli Esteri francesi, Laurent Fabius, ha visitato Mosca per cercare di convincere la Russia a sostenere una risoluzione forte, ma senza grandi successi. Il titolare del Quai d'Orsay e il collega russo, Serghei Lavrov, hanno dovuto riconoscere che ci sono "divergenze" sul conflitto e soprattutto sulla paternita' dell'attacco con armi chimiche del 21 agosto. Per Lavrov ci sono "motivi molto seri per ritenere che si sia trattato di una provocazione" dei ribelli e prima di qualsiasi valutazione vanno esaminate tutte le prove. Il ministro russo ha comunque assicurato che, nella risoluzione, non ci sarà alcun richiamo al Capitolo 7 della Carta delle Nazioni Unite, quella sull'uso della forza.
Ban Ki-moon: "Usa e Russia prendano leadership nella crisi" - Per discutere della bozza elaborata dalla Francia è prevista, nella serata italiana di martedì 17 settembre, una riunione dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. E proprio a questo proposto è arrivato da Ban Ki-moon l'invito alle due principali potenze ad assumere la leadership della crisi siriana. Usa e Russia devono "mostrare leadership" e aiutare il Consiglio di Sicurezza a trovare "urgentemente" unità sulla Siria ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite. Alla domanda se la risoluzione dovrà fare ricorso all'articolo 7 (che prevede l'uso della forza), Ban ki-Moon si è limitato a dire che il Consiglio di sicurezza dovrà adottare "una risoluzione che rafforti l'accordo tra Usa e Russia".
Cresce la tensione al confine con la Turchia - Intanto cresce la tensione lungo la frontiera tra Turchia e Siria. Dopo l'elicottero del regime di Assad abbattuto dai caccia di Ankara, un'autobomba è esplosa sul lato siriano nei pressi del valico di Bab al-Hawa, uccidendo almeno sette persone e ferendone altre 20. L'attentato ha colpito un posto di blocco gestito da ribelli jihadisti a poche centinaia di metri dal territorio turco.
Sette milioni di persone hanno bisogno di aiuti umanitari - Cresce anche l'allarme umanitario legato alla crisi siriana (lo speciale). Secondo Valerie Amos, responsabile Onu per gli Affari umanitari, sarebbero sette milioni le persone che hanno urgente bisogno di aiuti umanitari a causa del conflitto precisando che per questo motivo quest'anno è necessario raccogliere 4,4 miliardi di dollari. Tra le persone più bisognose di aiuti , ha aggiunto, ci sono oltre due milioni di persone che sono fuggite dalla Siria. Gli sfollati interni sono più di quattro milioni. "Stiamo facendo il possibile, ma non è abbastanza - ha detto Amos - Abbiamo bisogno di un totale di 4,4 miliardi di dollari per la Siria e i Paesi vicini solo per quest'anno. Sinora abbiamo raccolto 1,84 miliardi".
Russia contraria all'uso della forza - Il ministro degli Esteri francesi, Laurent Fabius, ha visitato Mosca per cercare di convincere la Russia a sostenere una risoluzione forte, ma senza grandi successi. Il titolare del Quai d'Orsay e il collega russo, Serghei Lavrov, hanno dovuto riconoscere che ci sono "divergenze" sul conflitto e soprattutto sulla paternita' dell'attacco con armi chimiche del 21 agosto. Per Lavrov ci sono "motivi molto seri per ritenere che si sia trattato di una provocazione" dei ribelli e prima di qualsiasi valutazione vanno esaminate tutte le prove. Il ministro russo ha comunque assicurato che, nella risoluzione, non ci sarà alcun richiamo al Capitolo 7 della Carta delle Nazioni Unite, quella sull'uso della forza.
Ban Ki-moon: "Usa e Russia prendano leadership nella crisi" - Per discutere della bozza elaborata dalla Francia è prevista, nella serata italiana di martedì 17 settembre, una riunione dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. E proprio a questo proposto è arrivato da Ban Ki-moon l'invito alle due principali potenze ad assumere la leadership della crisi siriana. Usa e Russia devono "mostrare leadership" e aiutare il Consiglio di Sicurezza a trovare "urgentemente" unità sulla Siria ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite. Alla domanda se la risoluzione dovrà fare ricorso all'articolo 7 (che prevede l'uso della forza), Ban ki-Moon si è limitato a dire che il Consiglio di sicurezza dovrà adottare "una risoluzione che rafforti l'accordo tra Usa e Russia".
Cresce la tensione al confine con la Turchia - Intanto cresce la tensione lungo la frontiera tra Turchia e Siria. Dopo l'elicottero del regime di Assad abbattuto dai caccia di Ankara, un'autobomba è esplosa sul lato siriano nei pressi del valico di Bab al-Hawa, uccidendo almeno sette persone e ferendone altre 20. L'attentato ha colpito un posto di blocco gestito da ribelli jihadisti a poche centinaia di metri dal territorio turco.
Sette milioni di persone hanno bisogno di aiuti umanitari - Cresce anche l'allarme umanitario legato alla crisi siriana (lo speciale). Secondo Valerie Amos, responsabile Onu per gli Affari umanitari, sarebbero sette milioni le persone che hanno urgente bisogno di aiuti umanitari a causa del conflitto precisando che per questo motivo quest'anno è necessario raccogliere 4,4 miliardi di dollari. Tra le persone più bisognose di aiuti , ha aggiunto, ci sono oltre due milioni di persone che sono fuggite dalla Siria. Gli sfollati interni sono più di quattro milioni. "Stiamo facendo il possibile, ma non è abbastanza - ha detto Amos - Abbiamo bisogno di un totale di 4,4 miliardi di dollari per la Siria e i Paesi vicini solo per quest'anno. Sinora abbiamo raccolto 1,84 miliardi".