Il segretario generale delle Nazioni Unite: "Il presidente siriano sarà processato". E sull'uso di armi chimiche: "Prove schiaccianti". L'Onu: "Regime di Damasco colpisce gli ospedali". Kerry-Lavrov: entro fine settembre data dei colloqui di pace
Mentre la diplomazia fa passi avanti, arrivano nuove accuse per il regime siriano. La Commissione d'inchiesta dell'Onu denuncia crimini di guerra in un rapporto riferito al periodo tra il 15 maggio e il 15 luglio. Secondo i documenti delle Nazioni Unite, il governo di Bashar al Assad impedirebbe in maniera sistematica e come "politica" di Stato che i feriti provenienti dalle zone controllate dall'opposizione o vicine ad esse siano curati. I caccia di Damasco sarebbero responsabili di incursioni aeree contro le unità mediche, ospedaliere e il personale sanitario.
Wsj: Damasco sta sparpagliando suo arsenale chimico - Altre accuse arrivano dai media americani. Secondo il Wall Street Journal, la Siria avrebbe iniziato a distribuire il suo arsenale chimico su una cinquanta di siti differenti, al fine di complicare il compito di coloro che dovrebbero controllarlo. Il quotidiano cita fonti anonime e afferma che un'unità militare specializzata è impegnata da circa un anno nello spostamento dell'arsenale di oltre un migliaio di tonnellate. Nonostante questa strategia, i servizi segreti americani e israeliani pensano comunque di sapere dove si trovi la maggior parte dello stock di armi chimiche.
Diplomazia al lavoro - Sul fronte diplomatico invece, si continua a lavorare per evitare l'intervento militare. In presenza del mediatore internazionale Lakhdar Brahimi, il segretario di Stato americano John Kerry ha avuto un nuovo incontro a Ginevra con il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. I due hanno "definito costruttivi" i colloqui e si sono dati appuntamento a New York il 28 settembre a margine dell'Assemblea generale dell'Onu. La speranza di Russia e Stati Uniti è che in questa occasione potrà essere annunciata la data della Conferenza "Ginevra 2" sulla Siria.
Ban Ki Moon: "Rapporto schiacciante su armi chimiche" - Intanto il segretario generale Onu Ban Ki-moon ha detto che il rapporto degli ispettori per le armi chimiche delle Nazioni Unite confermerà che sono stati usati gas letali nell'attacco. "Credo che il rapporto sarà un rapporto schiacciante, schiacciante e (dirà che) le armi chimiche sono state usate anche se non posso dirlo pubblicamente ad ora, prima di ricevere il rapporto stesso", ha messo in chiaro Ban. Il segretario generale delle Nazioni Unite ha detto anche che il presidente siriano Bashar al Assad ha "commesso molti crimini contro l'umanità" ma non ha precisato se siano state le forze di Assad o i ribelli a usare gas tossici nell'attacco del 21 agosto scorso. E ha aggiunto: "Sono sicuro che ci sarà un processo per accertare le sue responsabilità quando tutto sarà finito".
Putin, Iran e Cina soddisfatti - L'annuncio di Assad di voler aderire al trattato mondiale contro le armi chimiche come primo passo per sbloccare la crisi è stato intanto accolto con entusiasmo dai partner politici di Damasco. Il presidente russo Vladimir Putin ha sottolineato che la decisone dimostra "le serie intenzioni di risolvere il conflitto". Soddisfazione arriva anche dall'Iran: il presidente Hassan Rohani ha dichiarato: "Siamo lieti di sostenere tutti questi sforzi". Infine, il presidente cinese Xi Jinping ha confermato il sostegno di Pechino alla proposta russa.
Wsj: Damasco sta sparpagliando suo arsenale chimico - Altre accuse arrivano dai media americani. Secondo il Wall Street Journal, la Siria avrebbe iniziato a distribuire il suo arsenale chimico su una cinquanta di siti differenti, al fine di complicare il compito di coloro che dovrebbero controllarlo. Il quotidiano cita fonti anonime e afferma che un'unità militare specializzata è impegnata da circa un anno nello spostamento dell'arsenale di oltre un migliaio di tonnellate. Nonostante questa strategia, i servizi segreti americani e israeliani pensano comunque di sapere dove si trovi la maggior parte dello stock di armi chimiche.
Diplomazia al lavoro - Sul fronte diplomatico invece, si continua a lavorare per evitare l'intervento militare. In presenza del mediatore internazionale Lakhdar Brahimi, il segretario di Stato americano John Kerry ha avuto un nuovo incontro a Ginevra con il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. I due hanno "definito costruttivi" i colloqui e si sono dati appuntamento a New York il 28 settembre a margine dell'Assemblea generale dell'Onu. La speranza di Russia e Stati Uniti è che in questa occasione potrà essere annunciata la data della Conferenza "Ginevra 2" sulla Siria.
Ban Ki Moon: "Rapporto schiacciante su armi chimiche" - Intanto il segretario generale Onu Ban Ki-moon ha detto che il rapporto degli ispettori per le armi chimiche delle Nazioni Unite confermerà che sono stati usati gas letali nell'attacco. "Credo che il rapporto sarà un rapporto schiacciante, schiacciante e (dirà che) le armi chimiche sono state usate anche se non posso dirlo pubblicamente ad ora, prima di ricevere il rapporto stesso", ha messo in chiaro Ban. Il segretario generale delle Nazioni Unite ha detto anche che il presidente siriano Bashar al Assad ha "commesso molti crimini contro l'umanità" ma non ha precisato se siano state le forze di Assad o i ribelli a usare gas tossici nell'attacco del 21 agosto scorso. E ha aggiunto: "Sono sicuro che ci sarà un processo per accertare le sue responsabilità quando tutto sarà finito".
Putin, Iran e Cina soddisfatti - L'annuncio di Assad di voler aderire al trattato mondiale contro le armi chimiche come primo passo per sbloccare la crisi è stato intanto accolto con entusiasmo dai partner politici di Damasco. Il presidente russo Vladimir Putin ha sottolineato che la decisone dimostra "le serie intenzioni di risolvere il conflitto". Soddisfazione arriva anche dall'Iran: il presidente Hassan Rohani ha dichiarato: "Siamo lieti di sostenere tutti questi sforzi". Infine, il presidente cinese Xi Jinping ha confermato il sostegno di Pechino alla proposta russa.