India: stupro shock a Delhi, 4 imputati condannati a morte
MondoSono responsabili dell'aggressione costata la vita a una giovane studentessa. Si tratta del primo caso di condanna capitale per reati sessuali inflitta dopo l'inasprimento delle pene decisa in seguito all'ondata di violenze nel Paese
Sono stati condannati alla pena di morte i quattro responsabili del barbaro stupro di gruppo di una studentessa a New Delhi nel dicembre scorso.
Le violenze furono così ripetute e brutali che la giovane 13 giorni dopo lo stupro morì in un ospedale di Singapore per le ferite interne. Il caso sollevò un'ondata di indignazione popolare in tutto il Paese.
I condannati - I quattro condannati a morte per impiccagione sono Mukesh Singh, 26 anni, Vinay Sharma, 20 anni, Pawan Gupta, 19 anni, e Akshay Thakur, 28 anni. Si tratta del primo caso di condanna capitale per reati sessuali inflitta dopo l'inasprimento delle pene decisa in seguito all'ondata di brutali violenze nel paese.
Un quinto imputato, minorenne al momento dei fatti, è stato condannato il 31 agosto a tre anni di riformatorio, pena massima prevista dal codice penale indiano per i minori di 18 anni. In marzo, infine, Ram Singh di 33 anni, autista dell'autobus su cui fu commesso lo stupro di gruppo e considerato l'ideatore dell'assalto, si è apparentemente suicidato nella sua cella del carcere.
L'aggressione - Il 16 dicembre 2012 una giovane studentessa del settore paramedico, ribattezzata dai media 'Nirbhaya' (Colei che non ha paura), dopo essere andata al cinema in un quartiere a sud di New Delhi, accettò di salire con il fidanzato su un autobus privato per tornare a casa. A bordo dell'automezzo si trovavano i sei imputati che dopo aver immobilizzato e malmenato l'uomo, si abbandonarono in modo selvaggio a violenze nei confronti della giovane, utilizzando fra l'altro anche una sbarra di ferro. I due furono poi abbandonati seminudi al margine di una strada.
'Nirbhaya' morì quasi due settimane dopo in un ospedale di Singapore per la gravità delle ferite riportate. Il caso ha scosso la società indiana ed internazionale, ed ha contribuito a infrangere il muro di omertà esistente in India sul tema della violenza sessuale contro le donne, comprese bambine in tenera età.
Le violenze furono così ripetute e brutali che la giovane 13 giorni dopo lo stupro morì in un ospedale di Singapore per le ferite interne. Il caso sollevò un'ondata di indignazione popolare in tutto il Paese.
I condannati - I quattro condannati a morte per impiccagione sono Mukesh Singh, 26 anni, Vinay Sharma, 20 anni, Pawan Gupta, 19 anni, e Akshay Thakur, 28 anni. Si tratta del primo caso di condanna capitale per reati sessuali inflitta dopo l'inasprimento delle pene decisa in seguito all'ondata di brutali violenze nel paese.
Un quinto imputato, minorenne al momento dei fatti, è stato condannato il 31 agosto a tre anni di riformatorio, pena massima prevista dal codice penale indiano per i minori di 18 anni. In marzo, infine, Ram Singh di 33 anni, autista dell'autobus su cui fu commesso lo stupro di gruppo e considerato l'ideatore dell'assalto, si è apparentemente suicidato nella sua cella del carcere.
L'aggressione - Il 16 dicembre 2012 una giovane studentessa del settore paramedico, ribattezzata dai media 'Nirbhaya' (Colei che non ha paura), dopo essere andata al cinema in un quartiere a sud di New Delhi, accettò di salire con il fidanzato su un autobus privato per tornare a casa. A bordo dell'automezzo si trovavano i sei imputati che dopo aver immobilizzato e malmenato l'uomo, si abbandonarono in modo selvaggio a violenze nei confronti della giovane, utilizzando fra l'altro anche una sbarra di ferro. I due furono poi abbandonati seminudi al margine di una strada.
'Nirbhaya' morì quasi due settimane dopo in un ospedale di Singapore per la gravità delle ferite riportate. Il caso ha scosso la società indiana ed internazionale, ed ha contribuito a infrangere il muro di omertà esistente in India sul tema della violenza sessuale contro le donne, comprese bambine in tenera età.