Nel nord del Sinai un gruppo armato ha aperto il fuoco contro le forze di sicurezza. Intanto a Bruxelles si prepara la riunione dei ministri degli Esteri Ue prevista mercoledì 21 agosto. Decade una delle accuse di corruzione contro Mubarak: presto libero
Presunti militanti islamici hanno ucciso almeno 25 poliziotti egiziani nella penisola del Sinai, dove gli attacchi sulle forze di sicurezza si sono moltiplicati da quando l'esercito ha deposto il presidente Mohamed Morsi lo scorso 3 luglio. Tre poliziotti sono inoltre rimasti feriti nell'attacco avvenuto con granate e colpi di artiglieria pesante nei pressi di Rafah, al confine con Israele, secondo quanto riferito da fonti sanitarie e della sicurezza. Intanto, domenica 18 agosto i Fratelli musulmani hanno accusato le forze di sicurezza di aver ucciso decine di detenuti islamici, aumentando la pressione nella crisi che sta scuotendo il più popoloso stato del mondo arabo (lo speciale).
Da mercoledì 14 agosto, giorno dell'inizio degli scontri tra i sostenitori dell'ex presidente e le forze di sicurezza, sono morte almeno 850 persone nel peggior bagno di sangue della storia moderna egiziana.
Nuove manifestazioni dei sostenitori di Morsi - I pro-Morsi sono tornati a manifestare anche lunedì 19 agosto, con una tattica mordi e fuggi tesa evidentemente a evitare altre vittime, che rischiano di far perdere al movimento un sostegno popolare esteso. Negli ultimi giorni i cortei spontanei alla fine delle preghiere nelle moschee si sono fatti più sporadici, e i raduni contano sempre meno persone, nulla comunque di paragonabile alle decine di migliaia di militanti che hanno affollato per oltre un mese Rabaa e Nahda, le due piazze simbolo della rivolta sgomberate nel sangue.
Riunione d'emergenza dei ministri degli Esteri Ue - Cresce dunque la preoccupazione anche in Occidente. Gli occhi della comunità internazionale sono tutti puntati sul Mediterraneo. "Vogliamo essere un attore costruttivo" per l'Egitto ed il suo popolo, ha dichiarato l'inviato speciale della diplomazia Ue Bernardino Leon in un punto stampa al termine della riunione degli ambasciatori del Comitato politico e di sicurezza dei 28, in vista del Consiglio esteri straordinario convocato per mercoledì 21 agosto. In quell'occasione non è escluso che i ministri possano discutere della possibilità di imporre un embargo sugli armamenti al Paese.
Mubarak, forse presto verrà scarcerato - Intanto, a sorpresa, un Tribunale egiziano ha fatto cadere una delle accuse di corruzione contro Hosni Mubarak, il presidente cacciato dopo le rivolte del 2011, in una sentenza che secondo il suo avvocato apre la strada a una sua scarcerazione a breve.
Mubarak, che ha governato l'Egitto per 30 anni, è stato arrestato poco dopo la sua destituzione e le accuse contro di lui vanno dalla corruzione al coinvolgimento nell'uccisione dei manifestanti. Senza confermare che Mubarak verrà scarcerato, una fonte giudiziaria ha detto che l'ex leader trascorrerà almeno altre due settimane dietro le sbarre prima che il Tribunale penale prenda una decisione definitiva sul caso di corruzione ancora in sospeso.
Morsi dovrà rispondere di "complicità in omicidio e tortura" - Si aggravano invece le accuse nei confronti del destituito presidente Mohamed Morsi che, secondo fonti giudiziarie al Cairo, deve rispondere da oggi di un nuovo capo d'accusa per "complicità in omicidio e tortura" dei manifestanti che erano scesi in piazza davanti al palazzo presidenziale alla fine del 2012.
Da mercoledì 14 agosto, giorno dell'inizio degli scontri tra i sostenitori dell'ex presidente e le forze di sicurezza, sono morte almeno 850 persone nel peggior bagno di sangue della storia moderna egiziana.
Nuove manifestazioni dei sostenitori di Morsi - I pro-Morsi sono tornati a manifestare anche lunedì 19 agosto, con una tattica mordi e fuggi tesa evidentemente a evitare altre vittime, che rischiano di far perdere al movimento un sostegno popolare esteso. Negli ultimi giorni i cortei spontanei alla fine delle preghiere nelle moschee si sono fatti più sporadici, e i raduni contano sempre meno persone, nulla comunque di paragonabile alle decine di migliaia di militanti che hanno affollato per oltre un mese Rabaa e Nahda, le due piazze simbolo della rivolta sgomberate nel sangue.
Riunione d'emergenza dei ministri degli Esteri Ue - Cresce dunque la preoccupazione anche in Occidente. Gli occhi della comunità internazionale sono tutti puntati sul Mediterraneo. "Vogliamo essere un attore costruttivo" per l'Egitto ed il suo popolo, ha dichiarato l'inviato speciale della diplomazia Ue Bernardino Leon in un punto stampa al termine della riunione degli ambasciatori del Comitato politico e di sicurezza dei 28, in vista del Consiglio esteri straordinario convocato per mercoledì 21 agosto. In quell'occasione non è escluso che i ministri possano discutere della possibilità di imporre un embargo sugli armamenti al Paese.
Mubarak, forse presto verrà scarcerato - Intanto, a sorpresa, un Tribunale egiziano ha fatto cadere una delle accuse di corruzione contro Hosni Mubarak, il presidente cacciato dopo le rivolte del 2011, in una sentenza che secondo il suo avvocato apre la strada a una sua scarcerazione a breve.
Mubarak, che ha governato l'Egitto per 30 anni, è stato arrestato poco dopo la sua destituzione e le accuse contro di lui vanno dalla corruzione al coinvolgimento nell'uccisione dei manifestanti. Senza confermare che Mubarak verrà scarcerato, una fonte giudiziaria ha detto che l'ex leader trascorrerà almeno altre due settimane dietro le sbarre prima che il Tribunale penale prenda una decisione definitiva sul caso di corruzione ancora in sospeso.
Morsi dovrà rispondere di "complicità in omicidio e tortura" - Si aggravano invece le accuse nei confronti del destituito presidente Mohamed Morsi che, secondo fonti giudiziarie al Cairo, deve rispondere da oggi di un nuovo capo d'accusa per "complicità in omicidio e tortura" dei manifestanti che erano scesi in piazza davanti al palazzo presidenziale alla fine del 2012.