Venerdì di violenza in tutto il Paese: i cortei dei Fratelli Musulmani finiscono nel sangue: spari dagli elicotteri sulla folla. Letta avverte: "Serve iniziativa Ue". La Farnesina sconsiglia i viaggi, anche nel Mar Rosso. LA CRONACA DELLA GIORNATA
Proteste di piazza e un nuovo bagno di sangue. Violenze, decine di morti e un Paese ormai nel caos. Dopo gli scontri di mercoledì e giovedì nei quali sono rimaste uccise più di 600 persone (oltre 4mila secondo i Fratelli Musulmani) e migliaia sono rimaste ferite, in Egitto si è vissuto il "venerdì della collera". La Fratellanza musulmana ha indetto una marcia nazionale a cui hanno partecipato centinaia di migliaia di persone per manifestare il proprio dissenso contro la repressione del governo. "Resistere fino alla vittoria", aveva chiesto la guida del movimento, Mohamed el Badie.
Morti e feriti in diverse città - Nonostante le dure critiche dei principali alleati occidentali, il governo del Cairo sostenuto dai militari ha autorizzato le forze di sicurezza ad aprire il fuoco. Alle prime ore del pomeriggio è iniziata la carneficina: spari sui manifestanti a Ismailiya, a Tanta, poi a Arish, Fayyoum, fino al Cairo, dove si registra il bilancio più drammatico. I militari hanno fatto una strage sulla folla radunata a piazza Ramses, pochi chilometri da Tahrir, presidiata da 14 carri armati leggeri e decine di blindati della polizia. I dimostranti hanno reagito con il lancio di pietre, poi hanno attaccato e dato alle fiamme un commissariato. Il bilancio, solo a Ramses, è di almeno 54 morti. Gli elicotteri militari hanno sorvolato costantemente la piazza, anche a bassa quota: "Ci hanno sparato dagli elicotteri", hanno riferito alcuni testimoni, ma la notizia non ha conferme ufficiali.
Il bilancio parziale - Decine di altre vittime si sono registrate anche in altre zone della Capitale e del Paese. A fine giornata il quotidiano al Ahram traccia un bilancio di almeno 90 vittime: fonti mediche citate dal sito parlano di 54 morti a piazza Ramses al Cairo, otto a Damietta, dieci a Fayoum, 11 nella città di Ismaylia e cinque ad Arish. nel Sinai meridionale. Altri 4 a Mansoura e almeno 10 ad Alessandria, secondo l'agenzia Mena. Le forze dell'ordine denunciano l'uccisione di almeno 24 militari.
Il governo, secondo fonti dell'Ansa, potrebbe promulgare nei prossimi giorni la legge marziale in tutto l'Egitto, che equivarrebbe a una dichiarazione di stato di guerra. Intanto i sostenitori di Morsi hanno già annunciato con un comunicato che da sabato partirà una settimana di mobilitazione, con manifestazioni quotidiane nel Paese.
La condanna di Usa, Onu e Ue - La Casa Bianca, così come le Nazioni Unite, ha condannato la repressione violenta e si è fortemente opposta alla dichiarazione dello stato di emergenza, invitando i leader dell'esercito a rispettare i diritti umani. L'Ue ha duramente criticato l'uccisione dei manifestanti e il capo della politica estera Catherine Ashton, che ha indetto per lunedì prossimo 19 agosto a Bruxelles i rappresentanti dei 28 paesi dell'Unione per esaminare gli sviluppi della crisi egiziana.
Durante la giornata, ci sono state frenetiche consultazioni telefoniche tra i leader di Francia, Italia, Germania e Gran Bretagna, con il premier Enrico Letta che, dopo un colloquio con Hollande, ha esortato a mettere in campo "subito un'iniziativa congiunta dell'Ue per l'immediata cessazione di ogni repressione e violenza". La Farnesina intanto ha sconsigliato viaggi in tutto l'Egitto. Secondo alcuni operatori turistici, gli italiani presenti nelle località turistiche egiziane sono circa 19mila. La situazione rimane calma sul Mar Rosso e sulle altre località turistiche, ma la preoccupazione è cresciuta dopo le manifestazioni nel centro di Hurgada.
La cronaca della giornata (qui la versione mobile)
Morti e feriti in diverse città - Nonostante le dure critiche dei principali alleati occidentali, il governo del Cairo sostenuto dai militari ha autorizzato le forze di sicurezza ad aprire il fuoco. Alle prime ore del pomeriggio è iniziata la carneficina: spari sui manifestanti a Ismailiya, a Tanta, poi a Arish, Fayyoum, fino al Cairo, dove si registra il bilancio più drammatico. I militari hanno fatto una strage sulla folla radunata a piazza Ramses, pochi chilometri da Tahrir, presidiata da 14 carri armati leggeri e decine di blindati della polizia. I dimostranti hanno reagito con il lancio di pietre, poi hanno attaccato e dato alle fiamme un commissariato. Il bilancio, solo a Ramses, è di almeno 54 morti. Gli elicotteri militari hanno sorvolato costantemente la piazza, anche a bassa quota: "Ci hanno sparato dagli elicotteri", hanno riferito alcuni testimoni, ma la notizia non ha conferme ufficiali.
Il bilancio parziale - Decine di altre vittime si sono registrate anche in altre zone della Capitale e del Paese. A fine giornata il quotidiano al Ahram traccia un bilancio di almeno 90 vittime: fonti mediche citate dal sito parlano di 54 morti a piazza Ramses al Cairo, otto a Damietta, dieci a Fayoum, 11 nella città di Ismaylia e cinque ad Arish. nel Sinai meridionale. Altri 4 a Mansoura e almeno 10 ad Alessandria, secondo l'agenzia Mena. Le forze dell'ordine denunciano l'uccisione di almeno 24 militari.
Il governo, secondo fonti dell'Ansa, potrebbe promulgare nei prossimi giorni la legge marziale in tutto l'Egitto, che equivarrebbe a una dichiarazione di stato di guerra. Intanto i sostenitori di Morsi hanno già annunciato con un comunicato che da sabato partirà una settimana di mobilitazione, con manifestazioni quotidiane nel Paese.
La condanna di Usa, Onu e Ue - La Casa Bianca, così come le Nazioni Unite, ha condannato la repressione violenta e si è fortemente opposta alla dichiarazione dello stato di emergenza, invitando i leader dell'esercito a rispettare i diritti umani. L'Ue ha duramente criticato l'uccisione dei manifestanti e il capo della politica estera Catherine Ashton, che ha indetto per lunedì prossimo 19 agosto a Bruxelles i rappresentanti dei 28 paesi dell'Unione per esaminare gli sviluppi della crisi egiziana.
Durante la giornata, ci sono state frenetiche consultazioni telefoniche tra i leader di Francia, Italia, Germania e Gran Bretagna, con il premier Enrico Letta che, dopo un colloquio con Hollande, ha esortato a mettere in campo "subito un'iniziativa congiunta dell'Ue per l'immediata cessazione di ogni repressione e violenza". La Farnesina intanto ha sconsigliato viaggi in tutto l'Egitto. Secondo alcuni operatori turistici, gli italiani presenti nelle località turistiche egiziane sono circa 19mila. La situazione rimane calma sul Mar Rosso e sulle altre località turistiche, ma la preoccupazione è cresciuta dopo le manifestazioni nel centro di Hurgada.
La cronaca della giornata (qui la versione mobile)