Beirut, esplode autobomba contro Hezbollah

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L'attentato nel quartiere sciita della capitale libanese ha ucciso oltre dieci persone e ha provocato più di cento feriti. La rivendicazione arrivata da un gruppo sconosciuto, le Brigate di Aisha, che ha minacciato nuovi attacchi

Un'autobomba fa nuovamente strage a Beirut e per la seconda volta in poco più di un mese nel mirino degli attentatori c'è il potente movimento sciita Hezbollah, fedele alleato del presidente siriano Bashar al Assad. I bilanci variano a seconda delle fonti tra i 14 e i 20 morti e i 120-200 feriti. Le immagini trasmesse dalla televisione di Hezbollah, al Manar, raccontano una scena di devastazione con edifici e auto in fiamme ed una folla in preda all'ira. A rivendicare l'attentato un gruppo sconosciuto, le Brigate di Aisha che si richiama ai ribelli siriani e che in un video afferma di aver voluto colpire Hezbollah minacciando nuovi azioni. Il presidente libanese Michel Suleiman ha condannato "l'attentato terrorista e criminale".

Esplosione nel quartiere sciita
- "E' la seconda volta che decidiamo il luogo della battaglia e il momento. E ne vedrete ancora, se Dio vuole", ha detto un uomo mascherato con a fianco due uomini armati di fucili in un video indirizzato al leader di Hezbollah Sayyed Nasrallah, definito un agente dell'Iran e di Israele. Secondo la ricostruzione dell'esercito libanese, un'autobomba è esplosa alle 18:20 (le 17:20 in Italia) a Roueiss, un quartiere densamente popolato nella periferia sciita della capitale libanese, e vicino al complesso Sayyed al-Shuhadaa dove spesso Nasrallah si rivolge ai suoi sostenitori. Secondo un testimone poco prima dell'attentato un minibus è passato e ripassato nella strada  diverse volte come se cercasse un posto per parcheggiare prima di esplodere. Un altro testimone ha raccontato che l'esplosione ha avuto l'effetto di "un terremoto".

Un mese fa un altro attentato - In serata i vigili del fuoco erano ancora impegnati nei soccorsi alle persone rimaste intrappolate dalle fiamme negli edifici circostanti. Al Manar ha mostrato anche le immagini dei feriti negli ospedali, tra cui diversi bambini. Il 9 luglio un'altra autobomba carica di 40 chili di esplosivo aveva colpito il quartiere meridionale di Bir el Abed, roccaforte di Hezbollah, con un bilancio di 53 feriti. Anche in quel caso l'attacco era stata attribuito a gruppi decisi a colpire l'impegno di Hezbollah contro i ribelli siriani.

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