Egitto, ultimatum scaduto: "A breve sgombero delle piazze"

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Manifestanti pro Morsi in Egitto (Getty Images)

Fonti militari assicurano che i presidi dei manifestanti pro Morsi saranno rimossi il 12 agosto. Il ministro degli Esteri Bonino avverte: "Rischio di un bagno di sangue". Intanto nel nord Sinai sono stati effettuati alcuni blitz antiterrorismo

L'ultimatum è scaduto: fonti militari del governo e della sicurezza assicurano che alle prime ore del mattino di lunedì 12 agosto le piazze del Cairo presidiate dai Fratelli musulmani saranno sgomberate. "Vuole dire usare mezzi militari anche pesanti, e il rischio di un bagno di sangue è chiaro", ha annunciato il ministro degli Esteri, Emma Bonino. "La situazione è quella di una attesa molto nervosa'", ha sintetizzato la responsabile della Farnesina.

Le misure di sicurezza nella capitale sono state rafforzate, con agenti e militari che presidiano in forze e bene armati le strade di accesso ai simboli della rivolta. Per il blitz contro i dimostranti sarebbero stati mobilitati in migliaia. In segno di sfida dopo il nuovo annuncio sull'imminenza di un'azione di forza, i pro-Morsi hanno manifestato nella capitale, affluendo a Rabaa e Nahda.

La preoccupazione della Bonino - In questo quadro, la possibilità che si apra una concreta via al dialogo "è legato a un filo", ha detto ancora il ministro Bonino. In campo è rimasta la mediazione di Ahmed Al Tayeb, gran imam di Al Azhar, la più importante istituzione teologica musulmana sunnita. In questi giorni ha incontrato i rappresentanti del governo e dei Fratelli musulmani. Mistero fitto su quali siano i termini di un'intesa che ancora non si è trovata.

Blitz antiterrorismo nel Sinai - Lontano dalla capitale, nel governatorato di Beni Suef, una disputa banale si è tramutata in scontri violenti tra ultraconservatori musulmani e cristiani copti: almeno 15 feriti il bilancio, l'ingresso di una chiesa dato alle fiamme, così come una decina di case.

E' invece una vera e propria "guerra al terrorismo" la campagna militare lanciata dall'esercito in Nord Sinai, dove in 48 ore sono stati uccisi almeno 10 "miliziani integralisti". Il premier del governo provvisorio è intervenuto per chiarire il sostegno dell'esecutivo alle operazioni in Sinai, all'indomani di nuovi raid degli elicotteri Apache, che hanno centrato due auto e una presunta base terrorista.

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