Brasile, migliaia di persone in piazza. Due vittime
MondoAlta tensione in tutto il Paese. Un giovane muore investito da un'auto, una donna asfissiata dai gas lacrimogeni lanciati dalla polizia. La Fifa: mai discussa l'ipotesi di sospendere la Confederations Cup
Le proteste di giovedì, le più imponenti degli ultimi 20 anni in Brasile, hanno coinvolto San Paolo, Rio de Janeiro, Brasilia, ma anche tante altre città. Migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro il governo, le spese per i mondiali di calcio e la corruzione (il liveblog di SkySporthd.it). Ci sono state anche due vittime: dopo il giovane manifestante morto a Riberao Preto, nello Stato di San Paolo, travolto da una vettura guidata da un uomo che ha sfondato una barricata, una donna di 54 anni è stata vittima dell'esalazione di gas lacrimogeni.
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Vertice d'urgenza del governo - Il presidente del Brasile, Dilma Rousseff, ha convocato d'urgenza un vertice del governo e ha rinviato la visita in Giappone in programma da mercoledì 26 a venerdì 28 giugno. Il Partito dei Lavoratori, che fa capo alla stessa Rousseff e al suo predecessore, Luiz Inacio 'Lula' da Silva, ha esortato i militanti a unirsi alle proteste, anche se in molti casi sono stati allontanati dagli altri manifestanti.
La Fifa: andiamo avanti - Intanto, secondo quanto affermato dal portale brasiliano UOL Esporte, la Fifa avrebbe dato un ultimatum al presidente brasiliano Dilma Rousseff: la Federcalcio internazionale cancellerà la Confederations Cup se non verranno garantite le condizioni di sicurezza per calciatori, staff e stampa (VAI ALLO SPECIALE).
La notizia è stata però smentita dal Comitato organizzatore. La Fifa "appoggia il libero diritto di espressione che consente a qualsiasi persona di protestare. Condanniamo la violenza. E abbiamo totale fiducia nelle autorità brasiliane,con le quali siamo in contatto continuo", ha detto il portavoce Fifa Pekka Odrizola. Per poi aggiungere: "In nessun momento, la Fifa, il Comitato organizzatore locale o il governo federale hanno pensato di sospendere la Confederations Cup. Siamo in contatto con le squadre, le manteniamo informate e non abbiamo ricevuto nessuna richiesta da parte loro di uscire dal torneo".
La posizione della Figc - "Non abbiamo mai nemmeno preso in esame l'ipotesi di ritirarci dalla Confederations Cup" ha invece sottolineato il vicepresidente della Figc, Demetrio Albertini, capo delegazione azzurro alla Confederations Cup. "Che vogliamo ritirarci - ha aggiunto in una dichiarazione riportata sul sito della Figc - è una totale invenzione. Siamo dispiaciuti per quello che sta accadendo qui in Brasile, ma la nostra sicurezza è garantita con grande professionalità e noi siamo tranquilli".
Le proteste più grandi degli ultimi 20 anni - La proteste degli ultimi giorni sono le più imponenti degli ultimi 20 anni in Brasile. A Rio è stato dato alle fiamme un pulmino della tv Sbt e cinque tra giornalisti e operatori sono rimasti leggermente feriti. A Brasilia decine di migliaia di persone si sono accampate davanti al Parlamento nazionale mentre bombe molotov sono state lanciate contro la sede del ministero degli Esteri. A San Salvador de Bahia, terza città del Paese, la folla si è concentrata intorno allo stadio Campo Grande prima della partita Uruguay-Nigeria per la Confederations Cup, i cui enormi costi di allestimento hanno contribuito a esasperare ulteriormente la furia popolare. Molotov sono state lanciate contro il municipio. Drappelli di contestatori hanno bersagliato con pietre e bottiglie gli agenti in assetto anti-sommossa schierati a protezione dell'impianto sportivo.
Le parole di Felipe Massa - Intanto, il pilota brasiliano della Ferrari Felipe Massa, ha detto di guardare "con favore" al movimento di protesta. "Penso che da noi ci siano tante cose che devono migliorare, soprattutto per il popolo", ha dichiarato, "ovviamente, sono contro ogni violenza, da qualsiasi parte. Speriamo che queste manifestazioni servano da stimolo ai politici per fare le scelte giuste".
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Vertice d'urgenza del governo - Il presidente del Brasile, Dilma Rousseff, ha convocato d'urgenza un vertice del governo e ha rinviato la visita in Giappone in programma da mercoledì 26 a venerdì 28 giugno. Il Partito dei Lavoratori, che fa capo alla stessa Rousseff e al suo predecessore, Luiz Inacio 'Lula' da Silva, ha esortato i militanti a unirsi alle proteste, anche se in molti casi sono stati allontanati dagli altri manifestanti.
La Fifa: andiamo avanti - Intanto, secondo quanto affermato dal portale brasiliano UOL Esporte, la Fifa avrebbe dato un ultimatum al presidente brasiliano Dilma Rousseff: la Federcalcio internazionale cancellerà la Confederations Cup se non verranno garantite le condizioni di sicurezza per calciatori, staff e stampa (VAI ALLO SPECIALE).
La notizia è stata però smentita dal Comitato organizzatore. La Fifa "appoggia il libero diritto di espressione che consente a qualsiasi persona di protestare. Condanniamo la violenza. E abbiamo totale fiducia nelle autorità brasiliane,con le quali siamo in contatto continuo", ha detto il portavoce Fifa Pekka Odrizola. Per poi aggiungere: "In nessun momento, la Fifa, il Comitato organizzatore locale o il governo federale hanno pensato di sospendere la Confederations Cup. Siamo in contatto con le squadre, le manteniamo informate e non abbiamo ricevuto nessuna richiesta da parte loro di uscire dal torneo".
La posizione della Figc - "Non abbiamo mai nemmeno preso in esame l'ipotesi di ritirarci dalla Confederations Cup" ha invece sottolineato il vicepresidente della Figc, Demetrio Albertini, capo delegazione azzurro alla Confederations Cup. "Che vogliamo ritirarci - ha aggiunto in una dichiarazione riportata sul sito della Figc - è una totale invenzione. Siamo dispiaciuti per quello che sta accadendo qui in Brasile, ma la nostra sicurezza è garantita con grande professionalità e noi siamo tranquilli".
Le proteste più grandi degli ultimi 20 anni - La proteste degli ultimi giorni sono le più imponenti degli ultimi 20 anni in Brasile. A Rio è stato dato alle fiamme un pulmino della tv Sbt e cinque tra giornalisti e operatori sono rimasti leggermente feriti. A Brasilia decine di migliaia di persone si sono accampate davanti al Parlamento nazionale mentre bombe molotov sono state lanciate contro la sede del ministero degli Esteri. A San Salvador de Bahia, terza città del Paese, la folla si è concentrata intorno allo stadio Campo Grande prima della partita Uruguay-Nigeria per la Confederations Cup, i cui enormi costi di allestimento hanno contribuito a esasperare ulteriormente la furia popolare. Molotov sono state lanciate contro il municipio. Drappelli di contestatori hanno bersagliato con pietre e bottiglie gli agenti in assetto anti-sommossa schierati a protezione dell'impianto sportivo.
Le parole di Felipe Massa - Intanto, il pilota brasiliano della Ferrari Felipe Massa, ha detto di guardare "con favore" al movimento di protesta. "Penso che da noi ci siano tante cose che devono migliorare, soprattutto per il popolo", ha dichiarato, "ovviamente, sono contro ogni violenza, da qualsiasi parte. Speriamo che queste manifestazioni servano da stimolo ai politici per fare le scelte giuste".