Grecia, sospesa per ora la chiusura della tv pubblica Ert

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Il Consiglio di Stato, a cui si è rivolto il sindacato dei dipendenti, ha deciso la riapertura temporanea in attesa che si costituisca un nuovo soggetto radiotelevisivo. Nei giorni scorsi contro la scelta del governo c’erano stati scioperi e proteste

La Grecia sospende "temporaneamente" la chiusura della tv pubblica Ert, che aveva suscitato un'ondata di proteste in tutto il Paese. Lo ha deciso il Consiglio di Stato, la più alta istanza giudiziaria greca alla quale si era rivolto il sindacato dei dipendenti di Ert (Pospert), annullando "temporaneamente" la decisione di chiudere l'emittente e ordinando ai ministri competenti di disporne la riapertura, in attesa che si costituisca un nuovo soggetto radiotelevisivo pubblico. Poco prima della decisione dell'alta corte, lo stesso governo guidato dal premier conservatore, Antonis Samaras, era ritornato in parte sui propri passi e a conclusione di una riunione con i partner di sinistra della sua coalizione, formulando la proposta di una ripresa "parziale" del servizio pubblico radiotelevisivo.

La gestione provvisoria proposta dal governo prevede che il servizio pubblico riparta sotto la direzione di una commissione a tre, composta dai rappresentanti dei tre partiti che compongono la coalizione di governo (il conservatore Nea Dimokratia, il socialista Pasok e la sinistra democratica), che avrà l'incarico di individuare i nomi dei giornalisti che condurranno l'emittente in questa fase transitoria, assistiti, ha spiegato una fonte della Afp da consiglieri stranieri, fra cui alcuni della Bbc. Costretto a un parziale dietrofront, il governo di larghe intese greco paga le conseguenze di quella che appare a tutti gli effetti una decisione affrettata - quella di chiudere Ert -, dettata dalla necessità di consegnare ai rappresentanti della troika (Fondo Monetario Internazionale, Unione europea e Banca centrale europea) la lista dei primi 2.000 dipendenti statali da licenziare. Una decisione che, oltre alle proteste, ha provocato un grave danno all'immagine internazionale di Atene e l'immediata reazione di coloro che sarebbero anche pronti a sostenere una riforma profonda della televisione pubblica ma non in forma così drastica.

Forte dei risultati degli ultimi sondaggi che, in caso di un ricorso anticipato alle urne, danno la vittoria al suo partito, Samaras aveva sinora respinto la richiesta degli alleati di ritirare il decreto legge sulla chiusura della Ert e procedere alla ristrutturazione dell'ente lasciandolo in attività. Parlando al congresso dell'organizzazione giovanile di Nea Dimokratia, il premier ha concesso una piccola apertura proponendo una ripresa parziale delle attività della Ert e ipotizzando la nomina di una commissione incaricata di richiamare al lavoro un piccolo numero di dipendenti per far ripartire "immediatamente" i programmi d'informazione. L'ipotesi, però, era stata respinta dai suoi alleati perché - a loro parere - non è molto diversa dalla posizione iniziale del governo. Inoltre il premier può contare sul fatto che i suoi alleati non sono in grado di tirare troppo la corda (anche se dicono di non aver paura delle elezioni) in quanto, sempre secondo i sondaggi, le preferenze dei greci a loro favore sono pericolosamente ferme vicino alla soglia del 3%, la soglia minima che permette l'ingresso in Parlamento.

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