Intercettazioni Usa, Obama: "Nessuno ascolta le telefonate"
Mondo"Vengono solo identificati i numeri e la durata. Conciliamo privacy e sicurezza" ha spiegato il presidente Usa difendendo i programmi di sorveglianza segreta. E sottolinea: "Il Congresso sapeva"
"Non puoi avere il 100% di sicurezza unito al 100% di privacy. Come società siamo chiamati a fare delle scelte". Così il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, a margine di una conferenza stampa sulla riforma sanitaria, ha difeso (guarda il Video) i programmi di "sorveglianza segreta" delle conversazioni telefoniche e del traffico Internet, portati avanti dagli Stati Uniti negli ultimi anni ora al centro dello scandalo nato dalle indiscrezioni pubblicate dal Guardian e dal Washington Post. Obama ha giustificato entrambi i programmi in nome della sicurezza nazionale: "Fanno la differenza nella nostra capacità di anticipare e prevenire le attività terroristiche".
"Nessuno ascolta le vostre telefonate" - Obama ha ricordato che i due programmi sono legali e limitati: "Sono sotto la stretta supervisione di tutte e tre i rami del governo, non riguardano l'ascolto delle telefonate, né la lettura delle e-mail dei cittadini statunitensi".
Un dato, questo, contenuto anche nei documenti pubblicati dal Washington Post, secondo cui il monitoraggio delle attività online sarebbe stato autorizzato solo per gli stranieri. "Questi due programmi - ha aggiunto Obama - sono segreti nel senso che sono riservati ("classified"). Ma i due programmi sono stati ripetutamente autorizzati da maggioranze bipartisan a partire dal 2006. E ogni membro del Congresso è stato adeguatamente informato".
Pur riconoscendo che "si potrebbe parlare di Grande Fratello", se "si guardano meglio i dettagli, si comprende che abbiamo trovato il giusto compromesso". In particolare, il presidente degli Usa ha sottolineato che "nessuno ascolta le vostre telefonate. Vengono solo identificati i numeri di telefono e la durata delle chiamate. Gli esperti di intelligence non controllano i nomi delle persone o il contenuto. Attraverso l'analisi dei cosiddetti metadata, possono trovare potenziali indizi su persone che potrebbero essere coinvolte in attività di terrorismo".
Anti-terrorismo - Le dichiarazioni di Obama sono arrivate alla vigilia del vertice Usa-Cina, previsto in California. Nell'agenda degli incontri con il presidente cinese Xi Jinping ci sono anche le questioni legate alla sicurezza informatica, i cyber-attacchi e i diritti digitali online.
Prima dell'intervento di Obama, il Direttore per la National Intelligence James Clapper aveva in parte confermato l'esistenza dei programmi. Clapper aveva specificato che al governo non è concesso di passare al setaccio i dati acquisiti in maniera indiscriminata. Si può avere accesso solo quando "c'è un sospetto ragionevole, basato su dati specifici, che qualcuno è associato con un'organizzazione terroristica straniera".
Anche le carte di credito - Non solo Google, Facebook e Skype. Secondo il Wall Street Journal, il programma PRISM coinvolgerebbe anche il monitoraggio delle transazioni effettuate online con le carte di credito.
Fino ad ora tutte le grandi compagnie web coinvolte hanno smentito che il governo statunitense abbia accesso diretto ai propri server, ma non hanno specificato se vengono utilizzati metodi alternativi.
Ue: "Siamo preoccupati" - Nel frattempo iniziano ad arrivare le prime reazioni anche fuori dagli Usa: "Siamo preoccupati per le possibili conseguenze sulla privacy dei cittadini europei", ha dichiarato a Channel 4 il commissario agli affari interni Cecilia Malmstroem. Anche il Garante per la Privacy tedesco Peter Schaar ha chiesto che gli "Stati Uniti facciano chiarezza sul caso. Le prime dichiarazioni da parte del governo statunitense sul fatto che la sorveglianza non è diretta contro i cittadini Usa, ma solo contro chi vive fuori, non mi rassicurano affatto".
"Nessuno ascolta le vostre telefonate" - Obama ha ricordato che i due programmi sono legali e limitati: "Sono sotto la stretta supervisione di tutte e tre i rami del governo, non riguardano l'ascolto delle telefonate, né la lettura delle e-mail dei cittadini statunitensi".
Un dato, questo, contenuto anche nei documenti pubblicati dal Washington Post, secondo cui il monitoraggio delle attività online sarebbe stato autorizzato solo per gli stranieri. "Questi due programmi - ha aggiunto Obama - sono segreti nel senso che sono riservati ("classified"). Ma i due programmi sono stati ripetutamente autorizzati da maggioranze bipartisan a partire dal 2006. E ogni membro del Congresso è stato adeguatamente informato".
Pur riconoscendo che "si potrebbe parlare di Grande Fratello", se "si guardano meglio i dettagli, si comprende che abbiamo trovato il giusto compromesso". In particolare, il presidente degli Usa ha sottolineato che "nessuno ascolta le vostre telefonate. Vengono solo identificati i numeri di telefono e la durata delle chiamate. Gli esperti di intelligence non controllano i nomi delle persone o il contenuto. Attraverso l'analisi dei cosiddetti metadata, possono trovare potenziali indizi su persone che potrebbero essere coinvolte in attività di terrorismo".
Anti-terrorismo - Le dichiarazioni di Obama sono arrivate alla vigilia del vertice Usa-Cina, previsto in California. Nell'agenda degli incontri con il presidente cinese Xi Jinping ci sono anche le questioni legate alla sicurezza informatica, i cyber-attacchi e i diritti digitali online.
Prima dell'intervento di Obama, il Direttore per la National Intelligence James Clapper aveva in parte confermato l'esistenza dei programmi. Clapper aveva specificato che al governo non è concesso di passare al setaccio i dati acquisiti in maniera indiscriminata. Si può avere accesso solo quando "c'è un sospetto ragionevole, basato su dati specifici, che qualcuno è associato con un'organizzazione terroristica straniera".
Anche le carte di credito - Non solo Google, Facebook e Skype. Secondo il Wall Street Journal, il programma PRISM coinvolgerebbe anche il monitoraggio delle transazioni effettuate online con le carte di credito.
Fino ad ora tutte le grandi compagnie web coinvolte hanno smentito che il governo statunitense abbia accesso diretto ai propri server, ma non hanno specificato se vengono utilizzati metodi alternativi.
Ue: "Siamo preoccupati" - Nel frattempo iniziano ad arrivare le prime reazioni anche fuori dagli Usa: "Siamo preoccupati per le possibili conseguenze sulla privacy dei cittadini europei", ha dichiarato a Channel 4 il commissario agli affari interni Cecilia Malmstroem. Anche il Garante per la Privacy tedesco Peter Schaar ha chiesto che gli "Stati Uniti facciano chiarezza sul caso. Le prime dichiarazioni da parte del governo statunitense sul fatto che la sorveglianza non è diretta contro i cittadini Usa, ma solo contro chi vive fuori, non mi rassicurano affatto".