Siria, Ue divisa dopo lo stop all’embargo sulle armi

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Dopo un lungo negoziato i ministri degli Esteri europei non sono riusciti a trovare un accordo. Soddisfatte Francia e Gran Bretagna, favorevoli a rifornire i ribelli. Mosca: “Un danno in vista della conferenza di pace”. Bonino: “No armamenti dall’Italia”

Francia e Gran Bretagna potranno fornire armi ai ribelli siriani che combattono contro il presidente Bashar al-Assad, dopo che è fallito il tentativo dell'Unione europea di rinnovare l'embargo sugli armamenti verso il paese mediorientale. Dopo una maratona negoziale a Bruxelles, i governi della Ue non sono infatti riusciti ad accorciare le distanze e dunque il divieto scadrà, come del resto volevano Gran Bretagna e Francia.
I due paesi si sono impegnati a non consegnare armi ai ribelli "in questo momento", indica una dichiarazione comune della Ue. Ma funzionari europei hanno spiegato che nei fatti l'impegno terminerà il primo agosto.
I ministri Ue hanno invece trovato l'accordo sul prolungamento delle altre sanzioni, in particolare il congelamento dei beni e il divieto di viaggio contro Assad e i dirigenti siriani, come anche le restrizioni sul commercio, sui progetti infrastrutturali e sui trasporti.

La Russia: un danno in vista della conferenza di pace
- La decisione della Ue di togliere l'embargo sulle forniture di armi in Siria è “un danno diretto alla prospettiva di organizzare la conferenza internazionale” per la soluzione del conflitto siriano e un “esempio di doppi standard”: lo ha detto il vice ministro degli esteri russo Andrei Riabkov. Da parte sua, il portavoce dell'Esercito libero siriano invita l'Unione europea a “rendere effettiva la sua decisione di togliere l'embargo” e non farlo “solo a parole”, giudicando la decisione dell'Ue “non sufficiente e giunta troppo tardi”.

Bonino: esito non glorioso, da Italia no armi
- Il ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino, ha definito "non glorioso" l'esito della maratona negoziale. "Dal punto di vista istituzionale non è stato un esito glorioso", ha osservato la titolare della Farnesina a Bruxelles, "non perché si traduca in qualche cosa, ma perché la tentazione di rinazionalizzare certe competenze è stata molto evidente. Come europeista non sono gloriosamente contenta".
"Le ho tentate tutte ma la rigidità delle due parti è stata notevole," ha commentato Bonino al termine di un incontro al Parlamento europeo con gli eurodeputati italiani. Il negoziato ha contrapposto in particolare Gran Bretagna e Francia, favorevoli a fornire armi ai ribelli, e l'Austria che era assolutamente contraria. Il ministro degli Esteri ritiene che comunque l'Italia non debba fornire armi ai ribelli siriani, anche ora che l'Ue ha deciso di non rinnovare l'embargo sulle armi alla Siria per l'opposizione.

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