Gli Usa spostano 500 marines a Sigonella

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Sigonella, l'esterno della base - foto d'archivio

Il contingente è stato trasferito dalla Spagna alla base in provincia di Siracusa. Obiettivo del Pentagono, intervenire più rapidamente nel caso di nuovi attacchi in Libia, il 13 maggio teatro di un attentato in cui sono morte almeno 15 persone

Una forza di pronto intervento per Bengasi e per una Libia sempre più turbolenta, con un occhio al resto del Nordafrica in fermento, dal confine tra Algeria e Tunisia fino all'Egitto (lo speciale Mediterraneo). E' questo il motivo dello spostamento di 500 Marines dalla base di Moron, nel sud della Spagna, a Sigonella, in provincia di Siracusa, annunciato il 13 maggio dal Pentagono.
A Moron, proprio per eventuali operazioni in Libia, erano stati recentemente inviati 550 marines di un'unità ribattezzata "Bengasi" con sei velivoli MV-Osprey, un bi-turboelica in grado di decollare e atterrare come un elicottero per poi volare come un normale aereo. L'Osprey può trasportare fino a 24 soldati completamente equipaggiati e questi velivoli sono stati trasferiti nel fine settimana nella base aerea a sud di Catania insieme ai Marines e a C-130 da trasporto e rifornimento.

Gli Usa creano una task force - Come ha spiegato il portavoce del Pentagono, George Little, compito primario dei Marines schierati a Sigonella sarà quello di intervenire rapidamente nel caso di nuovi attacchi al personale diplomatico e agli americani presenti in Libia, procedendo se necessario alla loro evacuazione.
Lo spostamento a Sigonella, che ospita anche droni Global Hawk e Reaper ed è sempre più il fulcro delle operazioni Usa nel sud del Mediterraneo, rientra in una serie di misure per rafforzare la sicurezza degli americani in Libia, dopo l'attacco dell'11 settembre scorso al consolato di Bengasi in cui fu ucciso l'ambasciatore Chris Stevens. Da gennaio 50 marines proteggono l'ambasciata americana a Tripoli e un team delle forze speciali di base in Germania e in forza ad Africom è in allerta.
Lo scorso 8 maggio, l'ambasciata Usa a Tripoli ha anche annunciato una riduzione del proprio staff in seguito al deterioramento della sicurezza e gli assedi di miliziani a ministeri.

Polemiche dopo il caso Chris Stevens - Negli Usa sono forti le polemiche, soprattutto dal fronte repubblicano, sul mancato intervento per salvare l'ambasciatore e il suo staff (quella sera sembra che, tranne pochi operativi della Cia situati in un altro edificio a Bengasi, le truppe Usa più vicine si trovassero nella base di Aviano in Friuli), oltre che sulla ricostruzione degli eventi.

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