Boston, gli attentatori volevano colpire anche New York

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Secondo gli inquirenti, tre giorni dopo la strage, i fratelli Tsarnaev avevano a disposizione ancora 6 bombe artigianali e avevano deciso di farle esplodere a Times Square. Il deputato Ruppersberger rivela: "Ordigni azionati da telecomando giocattolo"

Oltre a Boston, New York. Tre giorni dopo la strage alla maratona, i fratelli Tsarnaev avevano a disposizione ancora sei bombe artigianali e avevano deciso di farle esplodere nel cuore della Grande Mela: a Times Square.  Erano braccati, la polizia aveva ormai diffuso le loro foto, ma invece di scappare, avevano evidentemente deciso di tentare di infliggere un altro clamoroso colpo alla "odiata" America.

"New York rimane un obiettivo primario per chi odia" gli Stati Uniti, ha oggi detto il sindaco della città Michael Bloomberg rendendo noti gli ultimi drammatici sviluppi delle indagini rivelati anche dal capo della polizia di New York, Ray Kelly secondo cui i fratelli Tsarnaev decisero "spontaneamente" e "mentre erano in macchina" di andare a New York per fare esplodere gli esplosivi che avevano a bordo. Sei in tutto: una ricavata da una pentola a pressione imbottita di esplosivo come quelle di Boston e altre 5 bombe artigianali.

Le nuove rivelazioni dopo il deputato democratico Dutch Ruppersberger, membro della commissione Servizi Segreti della Camera dei Rappresentanti federale, ha rivelato che un semplice telecomando, del tipo normalmente utilizzato per azionare le automobiline-giocattolo, è stato impiegato dagli attentatori per innescare e far esplodere le due bombe che il 15 aprile scorso, alla maratona di Boston, hanno provocato la morte di tre persone e il ferimento di altre 282.

Il parlamentare, al termine di un'audizione con inquirenti del ministero per la Sicurezza Interna, del Centro Nazionale Usa per l'Anti-Terrorismo e dell'Fbi, ha ribadito che gli attentatori, i fratelli di origini cecene Tamerlan e Dzhokhar Tsanaev, "si procurarono le informazioni su come confezionare gli ordigni attraverso Inspire”: un sito curato su Internet dal predicatore americano-yemenita Anwar al-Awlaki, tra i capi di al-Qaeda nella Penisola Arabica, diramazione regionale dell'organizzazione terroristica fondata a suo tempo dal defunto Osama bin Laden.

Nel 2010 il notiziario on-line pubblicò un articolo sull'argomento, intitolato “Come fabbricare una bomba nella cucina della mamma”. Ruppersberger ha confermato inoltre che almeno una parte dell'esplosivo impiegato dagli autori dell'attacco dinamitardo proveniva da un negozio di fuochi d'artificio di Seabrook, nel New Hampshire, dove Tamerlan Tsanaev si era recato in febbraio appositamente per acquistare la sostanza, di uso comune e dunque tale da non destare particolari sospetti.

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