Boston, la madre dei ceceni: "E' un complotto"

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Continuano le indagini della polizia americana alla ricerca di eventuali complici dell'attentato alla maratona. Intanto dal Daghestan la famiglia dei fratelli Tsarnaev accusa: "E' uno show messo in piedi dagli americani"

E' in grave condizioni ma comunica con la polizia, Dzhakhar Tsarnaev, il 19enne di origine cecena accusato di aver fatto esplodere, insieme al fratello Tamerlan, le bombe alla maratona di Boston, costate la vita a tre persone. Il fratello maggiore è stato ucciso durante la caccia della polizia, mentre il giovane è rimasto gravemente ferito alla gola e al momento non può parlare, ma starebbe rispondendo per iscritto alle domande degli inquirenti. Le indagini della polizia sono finalizzate a trovare eventuali complici. Fonti investigative confermano che ad agire una settimana fa sono stati solamente Tamerlan e Dzhokhar Tsarnaev, ma si indaga per capire come i due siano stati in grado di procurarsi armi ed esplosivo. E anche il denaro per compiere la loro azione.

L'accusa della madre: "E' un complotto" - Dal Daghestan, dove è tornata a vivere da alcuni anni insieme al marito, si è fatta sentire la madre dei due fratelli. "Io non ci credo - ha detto Zubeidat Tsarnaeva, accusando gli americani di aver complottato contro i suoi figli. "L'America è un paese di disonesti - ha ribadito -- per diffamare una persona utilizzano tutti i mezzi a loro disposizione. Per un piccolo incidente in un negozio sono capaci di montare un caso di Stato, da piccole cose fanno nascere grandi drammi, non si capisce  mai cosa sono e cosa vogliono". La donna poi continua sostenendo che "tutto questo è un complotto organizzato dagli americani stessi, è uno dei tanti show messi in piedi dagli americani. Loro sono famosi per queste cose". "Io - continua la donna - non crederò mai e poi mai alla loro verità" e annuncia che suo marito "assumerà i migliori avvocati, andrà personalmente in America per indgare, ci sono molte cose da capire e lui le gestirà tutte. Chiederà il cadavere di nostro figlio e difenderà con tutte le forze nostro figlio più piccolo".

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