Secondo l’agenzia sudcoreana Yonhap, che cita fonti di intelligence, il regime di Kim Jong-Un avrebbe trasferito altre due rampe lancia-missili. Una mossa che rafforza le ipotesi di un test balistico e fa salire di nuovo la tensione con il Sud
Si rafforzano le ipotesi di un test balistico nordcoreano dopo il recente trasferimento di altri due transporter-erector-launcher (Tel), veicoli mobili di trasporto e lancio di missili, sulla costa orientale. Una mossa che fa risalire la tensione malgrado l'abbassamento dei toni e il ritorno a una retorica meno belligerante, con Pyongyang che ha addirittura aperto al dialogo (tra condizioni giudicate "inaccettabili" da Seul e Tokyo), mentre gli Usa attendono "fatti vincolanti e concreti" sulla volontà di avviare la denuclearizzazione della penisola.
I Tel osservati sono tarati all'apparenza per i missili Scud a breve raggio e si sommano - riferisce l'agenzia sudcoreana Yonhap, citando fonti dei servizi di intelligence - a quelli che il Nord ha installato ai primi di aprile a Wonsan, provincia di Hamgyeong del Sud, tra cui i due missili Musudan (con gittata teorica di 4.000 km, in grado di raggiungere la Corea del Sud, il Giappone e l'isola americana di Guam) e altri sette su Tel.
Pyongyang ha minacciato nelle ultime settimane una guerra contro Corea del Sud e Stati Uniti in risposta alle manovre militari congiunte e annuali, cominciate a inizio marzo, poche settimane dopo il terzo test nucleare del Nord, del 12 febbraio, cui ha fatto seguito l'inasprimento delle sanzioni dell'Onu.
I Tel osservati sono tarati all'apparenza per i missili Scud a breve raggio e si sommano - riferisce l'agenzia sudcoreana Yonhap, citando fonti dei servizi di intelligence - a quelli che il Nord ha installato ai primi di aprile a Wonsan, provincia di Hamgyeong del Sud, tra cui i due missili Musudan (con gittata teorica di 4.000 km, in grado di raggiungere la Corea del Sud, il Giappone e l'isola americana di Guam) e altri sette su Tel.
Pyongyang ha minacciato nelle ultime settimane una guerra contro Corea del Sud e Stati Uniti in risposta alle manovre militari congiunte e annuali, cominciate a inizio marzo, poche settimane dopo il terzo test nucleare del Nord, del 12 febbraio, cui ha fatto seguito l'inasprimento delle sanzioni dell'Onu.