Usa, scontri tra agenti e detenuti nel carcere di Guantanamo

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Tensione nella struttura statunitense a Cuba dopo la decisione del comandante del campo di spostare in un'altra sezione un gruppo di reclusi. Le guardie, attaccate con armi improvvisate, hanno reagito sparando colpi di arma da fuoco. Nessun ferito

Disordini e tensione alle stelle sabato 13 nel carcere speciale Usa di Guantanamo, a Cuba: alcuni detenuti hanno aggredito con armi improvvisate le guardie, dopo la decisione del comandante del campo di spostare in un'altra sezione un gruppo di reclusi in sciopero della fame. Gli agenti - secondo quanto riferito dalla stampa Usa - hanno reagito, sparando colpi di arma da fuoco. Ma "non ci sono stati feriti", precisano i militari americani.

"L'azione contro i detenuti - ha spiegato lo Us Southern Command in una nota - è stata decisa in reazione al loro tentativo di limitare la possibilità da parte delle guardie i tenerli sotto osservazione, mentre essi stavano coprendo le telecamere di sorveglianza, i vetri e le finestre divisorie". "Ovviamente - si legge ancora nel comunicato - il monitoraggio continuo, 24 ore al giorno sette giorni a settimana, necessario per assicurare la sicurezza e l'ordine". Di diverso avviso i legali dei detenuti secondo i quali il comando del carcere avrebbe dovuto cercare un negoziato allo scopo di far terminare lo sciopero della fame. Una protesta a oltranza iniziata ormai da febbraio da parte di diverse decine di detenuti rinchiusi in questa controversa struttura ancora in attesa di un processo. "E' stato fatto - ha denunciato l'avvocato Carlos Warmer - esattamente il contrario di ciò che andava fatto. In questo modo i militari stanno solo aggravando il conflitto".

Al momento il carcere nella base Usa a Cuba di Guantanamo ospita 166 detenuti e un numero cospicuo di loro rifiuta il rancio da mesi accusando i guardiano di aver limitato la loro libertà religiosa e di aver confiscato oggetti personali 'dissacrando' nel frangente copie del Corano Secondo fonti del Pentagono, 43 di loro stanno facendo lo sciopero della fame. Gli avvocati, invece, sostengono che a rifiutare il cibo sono molto di più, almeno un centinaio di persone.

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