Marò, India: “Ambasciatore italiano non lasci il Paese”

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La richiesta della Corte Suprema di New Delhi dopo che l'Italia ha deciso di trattenere i militari accusati dell’uccisione di due pescatori. Il diplomatico convocato al ministero degli Esteri. Terzi: "Noi nel pieno rispetto del diritto internazionale"

Il braccio di ferro tra Italia e India si fa sempre più duro: la Corte Suprema di New Delhi, presieduta dal giudice Altamas Kabir, ha invitato l'ambasciatore italiano Daniele Mancini a non lasciare il Paese senza autorizzazione. Una richiesta, conseguente alla scelta italiana di trattenere in Italia i marò accusati di aver ucciso due pescatori, che il diplomatico, convocato nuovamente al Ministero degli Esteri indiano, avrebbe accettato rifiutandosi però di considerare qualsiasi limitazione alla sua libertà di movimento in base alla Convenzione di Vienna.
Il giudice ha inoltre chiesto a Mancini di spiegare, entro il 18 marzo in vista di un’udienza che si terrà il 19 marzo, le ragioni del cambio di posizione dell'Italia riguardo al rientro dei due militari in India, che era stato fissato per il 22 marzo. Il massimo organo giudiziario di New Delhi ha precisato che non è necessario che il diplomatico italiano si presenti di persona, ma sarà sufficiente che fornisca una memoria.
Secondo quanto riporta l'agenzia Pti citando fonti ministeriali, inoltre, l'India avrebbe sospeso le procedure di insediamento del nuovo ambasciatore in Italia, Basant Kumar Gupta, che avrebbe dovuto partire il 15 marzo per Roma.
Il governo indiano ha infine deciso di convocare anche l'ambasciatore dell'Unione europea (Ue), Joao Cravino. Lo ha riferito la tv Times Now, aggiungendo che l'incontro è servito a mettere al corrente della posizione indiana la Ue, di cui l'Italia e membro costituente.

I motivi della decisione della Corte suprema - L'ambasciatore italiano a New Delhi Daniele Mancini ha "violato" la "dichiarazione giurata" presentata "a garanzia del ritorno dei marò" Massimiliano Latorre e Salvatore Girone il 9 febbraio scorso. Si legge nella comunicazione inviata dalla Corte Suprema indiana al diplomatico. La Corte ha inoltre ricordato che Mancini aveva personalmente assicurato che i due militari, accusati di aver ucciso due pescatori indiani, avrebbero fatto rientro al termine della licenza di quattro settimane concessa per permettere loro di votare.

Terzi: "Noi nel pieno rispetto del diritto internazionale" - Il ministro degli Esteri Giulio Terzi non ha voluto commentare la decisione della Corte di New Delhi, ma ha precisato (VIDEO): "Abbiamo una posizione molto solida, di cui siamo perfettamente convinti non solo noi ma anche molti importanti partner della comunità internazionale, sul fatto che agiamo nel piano rispetto dell'ordinamento giuridico internazionale e del diritto internazionale, pattizio e consuetudinario".

La seconda convocazione in tre giorni - Il governo di New Delhi aveva convocato l'ambasciatore già il 12 marzo per protestare contro la decisione del governo italiano di non rimandare in India i due marò. Ieri, mercoledì 13 marzo, il politico Subramanian Swamy, presidente del partito dell'opposizione Janata Party, aveva presentato una petizione alla Corte Suprema per chiedere un'azione legale contro l'ambasciatore italiano per il reato di "oltraggio alla Corte".


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