Cinque persone sono finite in manette, un sesto è morto mentre tentava di fuggire. Gli arrestati sono accusati di aver assalito un gruppo di turisti italiani a Mayungu lunedì 18 e di aver ferito al volto una giovane donna bresciana il 3 febbraio
E' durata poche ore la fuga dei banditi che lunedì 18 febbraio hanno assalito un gruppo di turisti italiani a Mayungu e che la notte tra il 3 e 4 febbraio ha ferito al volto una giovane donna bresciana (la testimonianza a SkyTG24). La polizia kenyana ha arrestato cinque dei sei banditi accusati di far parte del commando, il sesto è stato ucciso mentre tentava la fuga. Vivevano tutti nello slum di Maweni, a Malindi, non lontano dal luogo dell'assalto.
La caccia all'uomo era cominciata poche ore dopo l'ennesimo episodio di violenza consumatosi nei confronti di turisti italiani alloggiati all'interno di un complesso residenziale in una zona impervia e priva di un presidio di sicurezza, dove la banda avrebbe potuto agire ancora indisturbata.
"La brillante operazione ha permesso di bloccare sul nascere una organizzazione criminale che avrebbe potuto proseguire nella sua azione", ha detto il prefetto Joshua Nkanatha al portale Malindikenya.net. Nel corso dell'operazione la polizia ha anche recuperato la pistola utilizzata, secondo gli inquirenti, durante l'ultimo agguato dove è rimasto ferito un 62enne di Teramo. Le indagini in corso dovranno chiarire se dietro il commando ci sia una regia più ampia o se i banditi abbiano agito in autonomia.
Gli arresti sono stati accolti con favore dagli imprenditori italiani della zona che in un comunicato hanno espresso la loro soddisfazione per la prontezza con cui la polizia locale ha sgominato il commando: "Ci complimentiamo con le forze dell'ordine per l'istantanea cattura e auspichiamo che anche a Mayungu, come a Malindi e Watamu, siano assicurati gli standard di sicurezza necessari a tranquillizzare i turisti e dare impulso all'economia", recita il comunicato diffuso ai media locali. Il rimbalzo della notizia del ferimento dei turisti italiani, che in poche ore è stata ripresa da tutti i media italiani, ha rischiato di gettare un'ombra sul redditizio comparto turistico della costa kenyana, da sempre meta di migliaia di turisti provenienti dall'Italia.
La vicenda ha rilanciato l'immagine di un paese violento e insicuro, una fotografia che - si legge su Malindikenya.net - non è andata giù ai numerosi imprenditori italiani, tra cui Flavio Briatore, che hanno puntato il dito contro i media per "aver ingigantito a dismisura l'accaduto se non addirittura di aver inventato fatti e conseguenze". Nei prossimi giorni, come annunciato dagli stessi imprenditori, saranno intraprese azioni legali. Ma a finire sul banco degli imputati sono anche i numerosi turisti italiani che trascorrono le vacanze in Kenya e che spesso assumono "comportamenti non proprio consoni all'Africa".
La caccia all'uomo era cominciata poche ore dopo l'ennesimo episodio di violenza consumatosi nei confronti di turisti italiani alloggiati all'interno di un complesso residenziale in una zona impervia e priva di un presidio di sicurezza, dove la banda avrebbe potuto agire ancora indisturbata.
"La brillante operazione ha permesso di bloccare sul nascere una organizzazione criminale che avrebbe potuto proseguire nella sua azione", ha detto il prefetto Joshua Nkanatha al portale Malindikenya.net. Nel corso dell'operazione la polizia ha anche recuperato la pistola utilizzata, secondo gli inquirenti, durante l'ultimo agguato dove è rimasto ferito un 62enne di Teramo. Le indagini in corso dovranno chiarire se dietro il commando ci sia una regia più ampia o se i banditi abbiano agito in autonomia.
Gli arresti sono stati accolti con favore dagli imprenditori italiani della zona che in un comunicato hanno espresso la loro soddisfazione per la prontezza con cui la polizia locale ha sgominato il commando: "Ci complimentiamo con le forze dell'ordine per l'istantanea cattura e auspichiamo che anche a Mayungu, come a Malindi e Watamu, siano assicurati gli standard di sicurezza necessari a tranquillizzare i turisti e dare impulso all'economia", recita il comunicato diffuso ai media locali. Il rimbalzo della notizia del ferimento dei turisti italiani, che in poche ore è stata ripresa da tutti i media italiani, ha rischiato di gettare un'ombra sul redditizio comparto turistico della costa kenyana, da sempre meta di migliaia di turisti provenienti dall'Italia.
La vicenda ha rilanciato l'immagine di un paese violento e insicuro, una fotografia che - si legge su Malindikenya.net - non è andata giù ai numerosi imprenditori italiani, tra cui Flavio Briatore, che hanno puntato il dito contro i media per "aver ingigantito a dismisura l'accaduto se non addirittura di aver inventato fatti e conseguenze". Nei prossimi giorni, come annunciato dagli stessi imprenditori, saranno intraprese azioni legali. Ma a finire sul banco degli imputati sono anche i numerosi turisti italiani che trascorrono le vacanze in Kenya e che spesso assumono "comportamenti non proprio consoni all'Africa".