L'ex First Lady lascia la segreteria di Stato Usa. "E' stato un onore straordinario poter lavorare qui" dice. E Newsweek le dedica la copertina e la incorona "la donna più potente della storia d'America"
Ma nulla riesce a toglierle il sorriso. L'ultimo numero di Newsweek in copertina la incorona "la donna più potente della storia d'America". Si ripercorrono le tappe della sua ascesa: dal ruolo di First Lady al seggio in Senato, fino alla poltrona di capo della diplomazia. E poi, il grande punto interrogativo sul suo futuro. Con la maggioranza degli americani che la vorrebbero in corsa per la Casa Bianca nel 2016. E lei che nicchia, e non chiude la porta.
Hillary Clinton is on this week's Newsweek cover! "The most powerful woman in American history" twitter.com/Newsweek/statu…
— Newsweek (@Newsweek) 01 febbraio 2013
Ma ora, tornata privata cittadina dopo decenni in prima linea, vuole innanzitutto "recuperare il sonno perduto", come ha detto nell'intervista col presidente Barack Obama. Anche perché gli ultimi tempi non sono stati per nulla facili, con i problemi di salute e i rischi corsi con la commozione cerebrale procuratasi cadendo in casa a metà dicembre. Tutto superato, almeno stando alla grinta mostrata nelle cinque ore di audizione in Senato in cui si è difesa come una leonessa dalle critiche sul 'caso Bengasi', l'attacco al consolato Usa in cui è morto l'ambasciatore Chris Stevens.
Non sarà facile per il neo segretario di Stato, John Kerry, raccogliere la sua eredità. Lei che con i suoi innumerevoli viaggi nei primi quattro anni di presidenza Obama è stata il volto dell'America in tutti gli angoli del mondo, in tutte le aree di crisi.
Nel suo ultimo intervento da capo della diplomazia - prima del cambio della guarda con Kerry - Hillary è puntigliosa nel ricordare quali saranno le sfide che gli Usa dovranno affrontare per diventare "più forti e più sicuri": dalla pericolosa e destabilizzante situazione in Siria, ai rapporti con Iran, Russia e Cina, al modo di porsi di fronte a quanto accade in Egitto e in altri Paesi della primavera araba.
A salutarla prima di uscire per l'ultima volta da Foggy Bottom una vera e propria ovazione da parte del suo staff e dei dipendenti del Dipartimento. Lei, la donna piu' potente della storia d'America, è commossa.
"E' stata un'esperienza incredibile", dice quasi con le lacrime agli occhi, e pensando "alle enormi sfide che il Paese ha di fronte". "Ma io sono più ottimista di quattro anni fa", assicura. "Mi mancherete", si lascia andare prima di dire "goodbye". Un addio, o forse solo un arrivederci.