Profezia Maya, fine del mondo tra riti e ironia

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Il 21 dicembre 2012 è il giorno del cambio di era del calendario della civiltà Maya, data che ha scatenato anche psicosi. Una delle civiltà più affascinanti e la profezia apocalittica, tra leggende, superstizione e battute

21-12-2012. Questa la data nella quale dovrebbe avverarsi la profezia Maya, ovvero l'interpretazione di quell'antico calendario secondo il quale dovrebbe avvenire la fine del mondo. In Italia così come in tante altre parti del mondo, si continua a fare il conto alla rovescia in barba allo scetticismo di molti. A Napoli, ad esempio, la gente ci scherza su (VIDEO). Ancora più tranquilli, invece, gli abitanti di Cisternino, in provincia di Bari (VIDEO). Perché se la fine del mondo ci sarà, stando ad un'interpretazione molto arbitraria del calendario astronomico dei Maya, il piccolo paesino dei trulli si salverà. (Ecco quali sono i luoghi sacri per scampare alla profezia)

L'antica storia apocalittica dei Maya - Il primo ad aver parlato di una profezia apocalittica sarebbe stato un professore di storia dell'arte del Minnesota, Joseph Anthony Arguelles, nella seconda metà degli anni Ottanta. Lo studioso, scomparso di recente, ha pubblicato un libro, intitolato Il fattore Maya, da cui si evince la sua attrazione dal senso circolare del tempo Maya e la convinzione di aver ritrovato nel 21 dicembre 2012 un significato 'apocalittico' (La ciclicità del tempo secondo i Maya).
Tuttavia Arguelles non fu l'unico a indicare il 21 dicembre del 2012 come data fatidica per i Maya. L'ultima testimonianza risale a luglio 2012 dall'analisi di un testo scoperto nel sito di La Corona in Guatemala, un lungo geroglifico di 1.300 anni fa intagliato sui gradini di una scala. "Un testo che parla dell'antica storia politica dei Maya", ha spiegato Marcello Canuto, direttore del Middle American Research Institute della Tulane University e co-direttore degli scavi a La Corona insieme a Tomzs Barrientos della Universidad del Valle de Guatemala. La data ci sarebbe, ma più che un riferimento a una catastrofe riguarderebbe la volontà del sovrano Yuknoom Yicha aak Ka ahka di Calakmul, a pochi mesi dalla sconfitta ricevuta dal rivale Tikal nel 695 a.C., di scongiurare le paure del popolo rimandando a una data piuttosto lontana la fine del suo regno.

Solo la fine di un ciclo? - Una precedente scoperta del più antico calendario Maya, ad opera degli archeologi della Boston University, ha rinvenuto, nella stanza di un tempio scoperto nel complesso archeologico di Xultun, dipinti che raffigurano figure umane in uniformi nere e cicli lunari e planetari, datati IX secolo dopo Cristo. Le annotazioni sulle pareti sembrano rappresentare i vari cicli del calendario Maya: il calendario cerimoniale di 260 giorni; il calendario solare di 365 giorni; il ciclo di 584 giorni del pianeta Venere e il ciclo di 780 giorni di Marte. Anche in questo caso, non c'è una prova dell'esistanza di una profezia apocalittica, ma soltanto della fine di un ciclo. Come ha più volte sottolineato il direttore dell'Osservatorio di Capodimonte, Massimo Della Valle, secondo il calendario Maya il 21 dicembre 2012 "rappresenta semplicemente la fine di un ciclo e l'inizio di un altro, il che non vuol dire fine del mondo". Quello che indicherebbe il calendario Maya sarebbe analogo ai nostri passaggi da un millennio a un altro, che non hanno mai portato nessuna catastrofe. Che sia tutto frutto di un grande equivoco? Pare proprio di sì...

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