Usa, Obama scaccia la paura: disoccupazione sotto l'8%

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A quattro giorni dalle elezioni i dati: 171.000 nuovi posti di lavoro creati a ottobre, quasi 50.000 in più di quelli attesi. Per i sondaggi Romney è in affanno, soprattutto negli Stati in bilico, ma non molla e attacca: "L'economia è ad un punto morto"

Barack Obama tira un gran sospiro di sollievo per lo scampato pericolo. La disoccupazione in America ad ottobre è rimasta sotto l'8%. E' vero, è leggermente risalita rispetto a settembre, al 7,9%, ma i nuovi posti di lavoro creati nell'ultimo mese sono 171.000: quasi 50.000 in più di quelli attesi.

"L'economia sta facendo progressi reali", esulta il presidente americano. Il rischio per lui era enorme a quattro giorni dall'Election Day: ritrovarsi con una nuova impennata del numero degli americani senza lavoro poteva essere fatale. Poteva essere il colpo del ko che da settimane il candidato repubblicano Mitt Romney cerca di assestargli. E invece adesso Obama può davvero sperare nella rielezione, sospinto anche dall'effetto-Sandy che negli ultimi giorni gli ha fatto guadagnare più di un endorsement imprevisto. A partire da quello del sindaco di New York, Michael Bloomberg.

Romney - che gli ultimi sondaggi danno un po' in affanno, soprattutto negli Stati in bilico - però non molla. "L'economia è ad un punto morto", attacca, sparando a zero sul presidente: "Non ha mai capito come si creano posti di lavoro. E con altri quattro anni di Barack Obama alla Casa Bianca si rischia una nuova recessione". L'ex governatore del Massachusetts - dall'alto della sua esperienza imprenditoriale - promette quindi che fin dal primo giorno della sua presidenza aiuterà gli americani a ritornare al lavoro. Il suo ambiziosissimo obiettivo - si sa - è quello di creare 12 milioni di nuovi posti di lavoro nei prossimi quattro anni, 2.500 al mese. Il candidato repubblicano - impegnato nel suo ultimo tour elettorale - parla agli elettori del Wisconsin e dell'Ohio. Quest'ultimo - con le sue fabbriche e il suo elettorato della working class - è di gran lunga lo Stato più decisivo per conquistare la vittoria finale. Un paio di sue contee - vere e proprie sacche di elettori indecisi - potrebbero fare la differenza. Non a caso anche Obama ha speso l'intera giornata nel 'Buckeye State'.

E l'ultimo sondaggio Ipsos conferma che in Ohio Obama continua ad essere in leggero vantaggio, avanti di due punti. Così come in Florida, mentre in Virginia il distacco su Romney è di tre punti. A livello nazionale - sempre secondo Ipsos - è parità assoluta al 46%. Lo scontro in questo scorcio finale di campagna elettorale si fa sempre più frontale. Il presidente è duro nel rimproverare Romney, colpevole di "spaventare la gente dell'Ohio solo per conquistare qualche voto in piu": il riferimento è allo spauracchio di un trasferimento della produzione della Jeep in Cina, agitato a più riprese dal candidato repubblicano. E smentito dallo stesso numero uno di Fiat Chrysler Sergio Marchionne in una e-mail ai dipendenti. "Il governatore Romney preoccupa la gente dell'Ohio. Ma quello che dice non è vero. Tutti lo sanno", tuona Obama. Che poi definisce l'avversario solo "un venditore di talento", per sottolineare la sua inadeguatezza a guidare il Paese. In una e-mail ai suoi sostenitori il presidente chiede poi l'ultimo sforzo, l'ultimo contributo - anche minimo, 11 dollari - a una campagna elettorale che volge al termine. "Comunque vada martedì - scrive - vi sarò sempre riconoscente".

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